2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Notte inquieta – Albrecht Goes

NOTTE INQUIETA
Albrecht Goes
Traduzione di R. Leiser
Marcos y marcos 2004

Librino piccolo piccolo per una storia che si svolge tutta in un giorno, fosco e tragico. Eppure, quasi per miracolo, sgorga, come acqua di sorgente tra la melma, la natura umana più pura.

Il cappellano militare di un battaglione della Wehrmacht di stanza in Ucraina, quando ormai la guerra di Hitler volge al peggio, riceve ordine di recarsi presso un battaglione vicino per assistere all’esecuzione di una condanna a morte di un disertore.
Vi si reca, riceve l’incartamento del condannato dal comando militare, tra volgarità e inumanità; visita la prigione per scorgere il condannato; torna alla locanda requisita dall’esercito nella quale condividerà la stanza con un capitano in partenza per l’inferno di Stalingrado, da dove nessuno torna.

Durante quel frammento di notte scossa dalla tempesta, con il sentimento di morte che aleggia, si compie il miracolo.

Il cappellano ripercorre la vita del condannato, all’indietro, e le due anime si toccano, così come quella del capitano in partenza per Stalingrado che, nella stessa camera, incontra la fidanzata, per l’ultima volta, per l’ultimo abbraccio, per le ultime poche ore, minuti e secondi che l’amore tra i due trasformerà in anni, per trascorrere la loro intera vita futura in quel poco che rimane.

Prima dell’alba, il cappellano si reca alla prigione, per assistere il condannato fino all’esecuzione.
Fine del libro.

Con le parole di Goes: «È forse una regola che nelle circostanze veramente difficili l’unico tono adatto sia quello leggero. I miei due innamorati non avevano certo immaginato che le cose sarebbero andate così; che avrebbero dovuto dirsi addio, celebrare le nozze, già quasi in punto di morte, a tre passi da uno sconosciuto e senza nemmeno la separazione di una porta.
Ma ormai, noi che pochi minuti prima avevamo bevuto nello stesso bicchiere, eravamo già divisi. Loro dovevano trascorrere la notte in un modo, io in un altro. E ne venne che il mio modo, e cioè lo studio dell’incartamento Baranowsky, era altrettanto capace di contenere tutto un uomo come lo sono le braccia di coloro che si amano.”

Ed è vero, Goes riesce a tenere sempre un tono leggero raccontando di momenti terribili. Questo rende umana e dolce quella notte di tempesta furiosa.

Molto bello, una piccola perla.

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Questa voce è stata pubblicata il 13 gennaio 2012 da in Autori, Editori, Goes, Albrecht, Marcos y marcos con tag , , .

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