«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
AUTUNNO TEDESCO
Stig Dagerman
Traduzione di M. Ciaravolo
Lindau 2007
Libro e autore tanto straordinari quanto poco conosciuti.
Stig Dagerman è stato un uomo tormentato dalla sua sensibilità infinita che lo costringeva a vedere ciò che non avrebbe potuto sopportare.
I suoi racconti brevi, che sono quanto ci ha lasciato oltre questo testo, pretendono il cuore e lo straziano, sempre.
Per questo ho aspettato molto prima di leggere “Autunno tedesco”, l’ho fissato spesso, era lì, nella libreria, in prima fila, apposta in prima fila, passavo e gettavo un’occhiata e pensavo “sì, lo so, ma non adesso, adesso no”. Poi mi scusavo. Infine l’ho preso in mano.
È un reportage, straordinario, sulla Germania del 1946, un mondo devastato che pochi hanno raccontato tanto lucidamente come in queste pagine.
Parla di famiglie che vivono nelle cantine allagate tra le macerie, donne in cerca di patate, bambini morenti per fame e tubercolosi, ragazze che si prostituiscono per mangiare, soldati ubriachi e ben sfamati, gli incubi di una nazione affamata e morente, l’odio che la necessità di sopravvivere provoca, i carri bestiame stracolmi di profughi scacciati.
Descrive ciò che spesso, per pudore o timore o non so che altro si giudica indescrivibile, ma non è mai così. Con le parole di Dagerman, “la realtà non è indescrivibile”.
Un libro tanto emozionante e doloroso quanto necessario, dalla prima all’ultima pagina.