2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

I malcontenti – Paolo Nori

I MALCONTENTI
Paolo Nori
Einaudi  2010 

Ho letto I malcontenti, un libro che l’ha scritto Paolo Nori, e alla fine, quando l’ho finito, che l’ho chiuso e ho appoggiato, la mano, sulla quarta di copertina e sono stato un po’ lì a pensarci, mi son poi detto ”Sono un po’ malcontento” anche se, a pensarci meglio, cioè snebbiandosi la vista, si capisce che Paolo Nori è contagioso, e con questo voglio dire, mica ti ammali, però, ad esempio, anche tu, inizi a mettere delle virgole balenghe, come se avessi, il singhiozzo, e soprattutto, noreggi, cioè scrivi un po’ come Nori, che è in effetti come se, i pensieri, avessero il singhiozzo, e così, singhiozzando e svirgolando, potremmo dire, se leggi dei malcontenti, alla fine, quando lo chiudi e metti la mano sulla quarta di copertina e rimani quei dieci o quindici secondi a pensarci, ti senti malcontento, che ti sei preso il singhiozzo anche tu.

Va bene, basta noreggiare da gigione, anche se il fatto che Nori sia contagioso è vero; a chi è capitato di leggere i commenti che gli scrivono sulla sua pagina Facebook, avrà notato che in molti noreggiano, con le virgole balenghe e i verbi accordati alla bar sport o come se stessero parlando davanti allo specchio.

I malcontenti è un librino piccolo, come lo sono tutti quelli di Nori, di salute cagionevole, nel senso che ogni tanto procede dritto, ma spesso si piega, zoppica, arranca e non si capisce più bene se stia facendo una pausa per riprendere la spinta oppure abbia perso l’orientamento e stia girando un po’ a caso.
La mia impressione è che Nori, questo libro, l’abbia portato a casa più col mestiere che con l’ispirazione, seguendo un filo piuttosto debole, la storia di Giovanni e Nina raccontata dal piano di sotto, e via via puntellandola con pezzi classici della sua autobiografia romanzata: lo scrittore che si arrabatta e deve sfangarla giorno per giorno, la figlia di quattro anni che partorisce osservazioni geniali come solo i bambini riescono a fare, qualche aiuto dalla letteratura russa, oltre a quello che è il suo tratto tipico: l’umanità affannata che suscita empatia.

Sia come sia, anche se probabilmente non è l’opera meglio riuscita della sua produzione letteraria, Nori è cavallo di razza, si dice così per dire che uno è uno bravo, giusto?,  e pur lavorando di mestiere e di puntelli, riesce comunque a confezionare un libro piacevole da leggere, impreziosito da qualche perla che tira fuori dal sacco del suo talento.

A me, avevo detto, queste cose facevano tornare in mente il personaggio del Candido di Voltaire, Pangloss, che pensava che il mondo in cui viveva fosse il migliore dei mondi possibili: i nasi erano fatti per portar degli occhiali, e infatti c’eran gli occhiali; le gambe erano fatte per essere imbragate, e infatti c’eran le braghe; le pietre erano fatte per fare i castelli, e infatti c’erano i castelli. E le cose non potevano essere altrimenti.
Il nostro mondo, più di due secoli dopo, a pensarci, era ancora di più il migliore dei mondi possibili, e le cose non potevano essere altrimenti.
Le metropolitane eran fatte per usare i fondi per le metropolitane, e infatti c’erano i fondi per le metropolitane. Le università erano fatte per far lavorare i professori, e infatti i professori lavoravano. Gli spettacoli teatrali erano fatti per far sopravvivere le compagnie teatrali, e infatti le compagnie teatrali sopravvivono. I giornali erano fati per far stampare la pubblicità, e infatti stampavano le pubblicità. Il codice della strada era fatto per far dar delle multe, e infatti di multe ne davano un’esagerazione.
[…]
Avevamo cominciato a mangiare. Io avevo un umore, dopo la mia bella tirata, che avrei dato delle testate contro il muro.

Se volete, lo stesso Paolo Nori ne fa una presentazione “alla paolo nori”, che vuol solo dire che vale la pena di leggerla. È sul suo blog, qui.

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Questa voce è stata pubblicata il 14 luglio 2012 da in Autori, Editori, Einaudi, Nori, Paolo con tag , , .

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