«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
SEI PROBLEMI PER DON ISIDRO PARODI
Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares
Traduzione di L. Lorenzini
Adelphi 2012
I Sei problemi per don Isidro Parodi credo si possano definire uno sberleffo, una burla, una grassa risata di quella coppia stellare di penne letterarie che sono il grande saggio della letteratura argentina Borges e il suo più govane sodale Bioy Casares.
Sono sei mini gialli, anche se con la premessa appena scritta circa il taglio particolare che i due hanno impresso, con Isidro Parodi, “il maestro”, come protagonista e magistrale risolutore dei casi che gli vengono sottoposti.
Va ricordato che sia Borges che Bioy Casares, oltre alla produzione letteraria di tutt’altro genere per la quale sono universalmente celebri, il primo soprattutto, hanno sempre avuto una viscerale passione per i gialli e i polizieschi, oltre che per le storie di fantascienza.
Da citare, ad esempio, l’Antologia della letteratura fantastica, con i due sodali più Silvina Ocampo, mentre un’altra malefatta letteraria dei due sullo stile di questo Sei problemi per don Isidro Parodi è Cronache di Bustos Domecq.
E Bustos Domecq, personaggio immaginario, compare anche qui, come autore apocrifo di queste sei storie nell’introduzione apocrifa a firma di Gervasio Montenegro, che, a sua volta, è pure uno dei personaggi delle storie.
Ecco, capite fin dall’inizio che il duo Borges/Bioy Casares si è sicuramente divertito un mondo nell’immaginare e nello scrivere questo libro.
Quindi, arrendetevi subito, questo è il mio consiglio, e lasciatevi beatamente portare in giro da quei due, che sarebbe come intestardirsi a voler questionare e rognare perchè e percome se un giorno scoprissero che Cimabue e Giotto, stanchi di fare cristi e madonne, si erano messi a disegnare dei fumetti per prendere in giro quelli che si vedevano gironzolare attorno.
I personaggi che compaiono nelle sei storie sono evidentemente archetipi di figure ben note della società argentina dell’epoca, il libro è del 1942, quella buona società che si imbellettava di cultura e sapere ma finiva solo per scimmiottare ciarlatanescamente l’immagine stereotipata dell’elite europea di inizio Novecento, infarcendo la parlata di bon mot francesi tirati un po’ a caso, latinismi a vanvera, tic presunti aristocratici e pose teatrali da guitti.
Peccato solo che leggendolo si intuisca chiaramente l’esistenza di un secondo livello di lettura, tra l’altro ben descritto nella postfazione di Antonio Melis, fatto di rimandi letterari, citazioni, richiami ad autori e opere, ma questo rimanga quasi inaccessibile, a meno di non possedere una solidissima e ampia conoscenza della letteratura argentina.
Comunque, anche senza afferrare i rimandi più elevati, il duo si sbizzarrisce inventando modi di dire, metafore e pose che risultano immediatamente favolose, geniali.
«Metto a fuoco l’erede: cappello grigio, gli occhi della madre, baffo circonflesso, movimenti ispirati a Juan Lomuto, gambe da centauro argentino. Questo protagonista delle piscine e del turf, è anche un giurista, un contemporaneo. Ammetto che la sua raccolta di poesia Pettinare il vento non costituisca una ferrea concatenazione di metafore, ma non manca la visione densa, lo sguardo da neostrutturalismo. Tuttavia, è sul terreno del romanzo che il nostro poeta esprimerà tutto il suo voltaggio. Prevedo che qualche critico muscoloso non tralascerà di sottolineare come il nostro iconoclasta, prima di infrangere i vecchi schemi, li abbia riprodotti; ma dovrà ammettere la fedeltà scientifica della copia. Ricardo è una promessa argentina; il suo racconto della Contessa di Chinchòn congiungerà l’indagine archeologica con lo spasimo neofuturista. Quel lavoro richiede la collazione degli in-folio di Gandìa, di Levene, di Grosso, di Radaelli. Per fortuna, il nostro esploratore non è solo; Eliseo Requena, il suo devoto fratello di latte, lo asseconda e lo sprona nel periplo. Per definire questo accolito sarò conciso come un pugno: il grande romanziere si occupa delle figure centrali del romanzo lasciando che penne minori si occupino delle figure minori.
Spettacolare maestria nella prosa e strepitosa inventiva, come altro si può definire? C’è più arte delle parole in venti righe scritte da questi due che in venti bestseller che vi alitano sul collo all’ingresso di una libreria-supermercato. Solo questo basterebbe e avanzerebbe per leggere queste sei storie, in più ci sono anche gli intrighi e il maestro don Isidro Parodi che li risolve.
Ah! … un particolare non trascurabile che il duo ha escogitato. Sia Borges che Bioy Casares non amavano i gialli che si risolvevano con l’azione, sparatorie, inseguimenti e cose del genere, ma preferivano quelli più concettuali, dove era l’analisi e la concatenazione logica a svelare il mistero.
E questo, come noto, è spesso merito di un personaggio, ispettore o quant’altro, in genere piuttosto sedentario.
Bene, quindi che hanno fatto? Visto che di risolutori di misteri sedentari o fisicamente impediti la letteratura ne aveva già proposti diversi, da grassoni scarsamente semoventi a ciechi o inabili in carrozzella, i due si sono buttati all’estremo, all’inimmaginabile ed ecco che “il maestro” don Isidro Parodi è un ex-barbiere rinchiuso in carcere (ingiustamente) con una condanna a vent’anni.
Cella 273.
Isidro Parodi si prepara il mate in un piccolo recipiente celeste e riceve i questuanti: vedovi, incriminati, sospetti, parenti di morti ammazzati, ereditiere, principesse vere o presunte e così via, sbuffando per il disturbo arrecatogli da quei seccatori che pietiscono il suo aiuto.
E da lì, dalla cella 273, il maestro svolge la matassa e trova la soluzione dei misteri.
Geniale e beffardo.
Ciao! Proprio oggi ho letto del tuo blog su Il Venerdi di Repubblica e sono subito venuta a dare una sbirciata! Da qualche mese infatti anche io ho aperto un blog sullo stesso tema ed ero curiosa di vedere come si strutturava il tuo! Bhe, che dire, davvero molto bello ed interessante!!! Da oggi hai una follower in più….;)
http://www.clodsbooks.wordpress.com
Grazie!
Ho aggiunto Clod’s books nei link.