«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
CORDIALI SALUTI
Andrea Bajani
Einaudi 2005
Prima lettura di Andrea Bajani; prendo a caso questo librino, Cordiali saluti, e me lo smangiucchio in un paio d’ore notturne. È un librino piccolo e semplice. Piccolo perché sono un centinaio scarso di pagine con molte spaziature. Semplice perché è una storia semplice, scritta in modo semplice. Piacevole comunque come alternativa a una serata di fronte alla televisione (per voi perversi che ancora vi fustigate con quella roba) o fuori in compagnia di gente noiosa mangiando cibi che digerirete male e con sforzo e bevendo vinaccio troppo costoso che vi lascerà un fastidioso cerchio alla testa.
Cordiali saluti, e i libri della stessa specie, sono salutari come un medicinale da banco: non occorre grande impegno per assumerli, sono di facile reperibilità e provvedono a molte delle comuni necessità.
È anche uno di quei libri che sembrano fatti apposta per diventare un film (che io sappia non lo è diventato, ma potrei sbagliarmi), oppure, visto dall’altro verso, uno di quei libri che l’industria cinematografica ama prendere come spunto per una sceneggiatura, proprio per il loro essere piccoli, semplici e medicinali da banco.
Me lo immagino. Il protagonista lo farebbe bene uno Stefano Accorsi, belloccio e con quella faccia da brava persona intelligente, ma senza scivolare nell’angelicato e quindi, all’occorrenza può benissimo vestire i panni del verme e cosí ne uscirebbe il personaggio principale: dipendente della grande azienda, scrive lettere di licenziamento romanzate e diventa il direttore vendite. Questa la parte da verme. Per contro, si occupa amorevolmente dei figli bambini del precedente direttore vendite, silurato con una delle sue lettere romanzate, poi, forse anche a causa della perdita del lavoro, ammalatosi gravemente.
L’attore non protagonista, il direttore dell’ufficio personale, deus ex machina dell’azienda ed estimatore del protagonista scrittore di lettere di licenziamento deve essere uno greve e stupido, tronfio pallone gonfiato da tutti i peggiori stereotipi aziendalisti, un essere a due dimensioni, senza contraddizioni né spessore; in breve, l’archetipo dell’idiota manageriale. Diciamo che un Ennio Fantastichini potrebbe interpretare bene un personaggio del genere.
Infine, l’attrice non protagonista, ex-moglie dell’ex-direttore vendite licenziato e ospedalizzato e ingiallito a causa di una forma grave di cirrosi epatica che lo ha colpito senza che avesse mai bevuto.
La moglie deve essere sufficientemente assente e isterica, fasciata di nevrosi per sè, per la situazione coniugale e per la madre di lei colpita da ictus. Compare raramente, nel finale soprattutto quindi deve essere fugace ma intensa, iconica per non risultare insignificante. Margherita Buy sarebbe perfetta secondo me. Nevrotica è nevrotica; iconica è iconica; intensa anche lo è; le basta sgranare gli occhioni e fare la faccetta che ha già la piena attenzione di una buona metà abbondante del pubblico (per evitare fraintendimenti, io non faccio parte di quelli che detestano Margherita Buy, io faccio parte di quelli che pensano che Margherita Buy sia l’attrice italiana più bella dai tempi di Sofia Loren ed Edvige Fenech).
Cast completo. Mancano solo i due bambini, maschietto e femminuccia, ma quelli vanno bene a caso. Per il regista non saprei. Sicuramente romano. Ozpetek non va bene perchè mancano personaggi omosessuali. Mah… Muccino? O magari un figlio d’arte, Gassman, Tognazzi? Non lo so, non me ne intendo.
La storia ve l’ho già raccontata in sostanza. Congiungete i puntini e il disegno vi risulterà chiaro: Azienda – Direttore del personale tronfio imbecille – Riduzione d’organico – Dipendente buono e sensibile – Scrivere lettere di licenziamento creative – Successo, lo chiamano Il Killer – Ma lui è buono – Ex-direttore vendite licenziato si ammala – Ex-moglie del direttore vendite in viaggio con la propria madre colpita da ictus – Due deliziosissimi bambini da accudire – Il Killer che è buono si sostituisce al padre – Li ama e si purifica spiritualmente – Tronfio imbecilli direttore del personale lo promuove a direttore vendite – Ex-direttore vendite muore ingiallito e rinsecchito – Proseguono le idiozie aziendaliste, il venerdí giorno della spontaneità, dipendenti in ufficio in bermuda e ciabatte – Proseguono ancora le idiozie aziendaliste – Diventano grottesche (ma vicine alla realtà) – Finale: i buoni sono buoni, l’ordine si ristabilisce e gli imbecilli sono imbecilli – That’s all folks.
Ecco, questo è Cordiali saluti di Andrea Bajani: un discreto librino niente-di-speciale, che va benissimo come regalino (sto sprecando diminutivi come neanche una maestra d’asilo, lo so) o da prendere in biblioteca. Se lo regalate, sappiate che per le dimensioni ridotte sarà appunto un “ino”. Io l’ho preso in biblioteca ieri. C’ho passato insieme una serata piacevole. Ora esco e glielo riporto. Un libro della categoria una-botta-e-via, mica ci si deve sposare per forza.
Ahahahah. Vorrei scrivere ferocissime riflessioni, ma me ne astengo per pudore.
Il librino ovviamente non lo leggero ma leggere questo commento est stato molto divertente. Ringrazio
ogni libro si arricchisce della lettura dei libri validi letti precedentemente, scarse letture corrispondono a quel deserto intellettuale che impedisce qualsiasi approfondimento e godimento nel leggere. Bisognerebbe essere in grado di andare oltre l’apparente semplicità e brevità::: auguri :O)
un librino rimane un librino anche dopo aver letto tutti i libri del mondo e scavato buche profonde come pozzi.
un librino non eredita le gemme dei suoi predecessori, però c’è un posto al mondo anche per lui che non ha gemme e non scava buche profonde.