2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

L’agente segreto – Joseph Conrad

Agente segreto - Conrad

L’AGENTE SEGRETO
Joseph Conrad
Traduzione di L. Saraval

Giunti 1994 

Edizione lussuosa a prezzo popolare di un classico di fine ‘800 che è sì un discreto romanzo noir di un grande autore, ma è soprattutto un libro anomalo, ambiguo, permeato di quel clima torbido e ribollente dell’epoca; un’epoca di utopie, cospiratori, ideologie, agenti provocatori, eroi e folli e imbroglioni, durante la quale spesso quello che appariva non era che una finzione, altre volte una reale tragedia e spesso la direzione agli eventi era impressa dai sommovimenti sotterranei fatti di intrighi e accordi inconfessabili e dallo scontro tettonico tra le potenze nazionali che avrebbero fatto transitare il mondo nel nuovo secolo. Per tutto questo e non solo per il testo puro e semplice, L’agente segreto è un libro celebre e continua a essere particolarmente interessante.

Questo è anche un libro che ha sempre agitato gli animi e innescato dibattiti tra interpretazioni divergenti a causa del presunto attivismo politico mascherato da Conrad sotto la veste dell’opera letteraria e non solo: mentre alcuni hanno giudicato la trama come pura opera di fantasia dell’autore, altri hanno avanzato il sospetto che Conrad, stranamente, fosse a conoscenza di retroscena riguardanti l’episodio attorno al quale il libro è costruito: il mai ben chiarito attentato all’Osservatorio di Greenwich del 1894 ad opera dell’anarchico francese Martial Bourdin; l’unico attentato anarchico avvenuto sul suolo britannico, realizzato all’esterno del muro di cinta dell’Osservatorio, con un ordigno di scarsa potenza che esplose in mano allo stesso attentatore, risultando cosí la sola vittima del gesto per altro senza altra conseguenza pratica. Le conseguenze sull’opinione pubblica inglese e quindi politiche, riguardanti il movimento anarchico e gli equilibri geopolitici europei, furono di ben altro livello.

Martial Bourdin

Martial Bourdin

Tra i commenti che attribuiscono la trama alla libera interpretazione e finzione letteraria di Conrad c’è Propaganda by Deed: the Greenwich Observatory Bomb of 1894 del Royal Museum Greenwich, dove vengono riportate alcune testimonianze dell’epoca da parte dei due dei membri dello staff dell’Osservatorio presenti al momento dell’esplosione e che accorsero per primi. Anche Alessandro Serpieri autore della bella e lunga introduzione all’opera, accetta la giustificazione che Conrad dà nella Nota dell’autore, tutta incentrata su motivazioni di carattere artistico e sensibilità umana, non ricevendo le considerazioni critiche che altri commentatori avevano avanzato circa le contraddizioni che sembrano emergere da tale Nota dell’autore.

Foto da Greenwich Degree Zero (2006)

Altri, come accennato, tra cui Alex Butterworth, storico inglese autore de Il mondo che non fu mai, bel saggio storico che ho commentato lo scorso anno (giudizio da non esperto della storia dell’epoca) sul movimento anarchico nel periodo tra la Comune di Parigi del 1871 e la Rivoluzione russa del 1917, lasciano aperta la porta alla possibilità che invece la storia romanzata da Conrad abbia alla base degli elementi di realtà mai provati. In particolare, il coinvolgimento dell’Ambasciata russa a Londra nell’armare la mano di Bourdin, persona labile mentalmente, usando la rete di agenti provocatori e doppiogiochisti infiltrati tra i gruppi anarchici londinesi.

Ciò non sarebbe affatto inverosimile e soprattutto Butterworth nel suo saggio la presenta come altamente probabile, considerati i molti precedenti e il clima di tensione in Europa, sia per la politica liberale dell’Inghilterra di accoglimento dei rifugiati politici provenienti dalle altre nazioni europee, scelta questa che ne fece alla fine dell’Ottocento il ritrovo di molti anarchici esuli da Francia, Russia e Italia, e sia per la crescente tensione internazionale dovuta al riarmo e alla forza economica minacciose della Prussia.

La figura di Conrad risulta quanto mai indecifrabile. Conservatore secondo i più, ma feroce contestatore dello status quo, anticonformista e sprezzante nei confronti dell’anarchismo, ma anche ben introdotto presso alcuni esponenti di rilievo del movimento anarchico londinese e quindi, almeno in linea teorica, in grado di ricevere informazioni di prima mano. Qualche commentatore ha avanzato  l’ipotesi che Conrad fosse più di un semplice osservatore che traeva spunti per l’opera creativa, magari favorito da un punto di osservazione privilegiato, ma che, invece, egli stesso abbia preso in qualche modo parte al grande gioco degli intrighi trasversali tra polizie, spie e rivoluzionari.
Da questo sospetto o insinuazione che dir si voglia, forse complottista ma non inverosimile, nasce l’alone di ambiguità del testo: opera di fantasia o messaggio in codice? O entrambi?

Una verità storica non è mai stata raggiunta; tanto le ragioni reali dell’attentato di Martial Bourdin – scempiaggine di un gruppuscolo di anarchici o mossa strategica dei russi per influenzare la politica inglese? – quanto il ruolo di Conrad e quindi de L’agente segreto rimangono oggetto di dibattiti e valutazioni.

Spero di avervi convinti che questo libro è molto meno banale di quel che sembra.

Essendo un noir, la trama non ve la svelo, se non genericamente. Ci sono tutti gli elementi del grande intrigo: l’Ambasciata russa che ispira l’attentato al doppiogiochista per influenzare la politica inglese, la polizia che controlla i gruppuscoli anarchici, vecchi rivoluzionari ancora in lotta oppure persi in una languida senilità e il giovane ritardato che si fa saltare in aria per sbaglio con la bomba in mano.

Poi c’è la vicenda famigliare del doppiogiochista, della moglie e del di lei fratello e madre. È attorno a questa che Conrad svolge gran parte della storia, talvolta con grande lentezza, soffermandosi in scene coniugali e insistendo molto, forse troppo, nel marcare i tratti grossolani di questi personaggi.
Tutti i personaggi sono in realtà disegnati a tratto grosso, sono personaggi di commedia grottesca e caricature del proprio ruolo: i poliziotti sono ridicolmente sbirreschi, gli anarchici sono ridicolmente malvagi complottatori bombaroli oppure innocui barbuti rimbecilliti e filosofeggianti. Anche Londra, lo sfondo sul quale l’azione si muove, è grottescamente lugubre, notturna, sudicia, miserabile, dickensiana.
La moglie del doppiogiochista sarà la figura chiave, anch’ella sgrossata da Conrad per rendere allucinatoria la vicenda, assurda, una tragedia assurda e ridicolmente stupida.
Tutto e tutti sono tragicamente, ridicolmente stupidi, sembra voler dire.

Ma di nuovo, in quell’epoca, spesso, ciò che appariva era solo una finzione, la realtà strisciava sottoterra.
Quindi rimane il dubbio sul mistero de L’agente segreto.

Commenta, se vuoi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 18 Maggio 2013 da in Autori, Conrad, Joseph, Editori, Giunti con tag , , , , .

Copyleft

Licenza Creative Commons
2000battute è distribuito con licenza Creative Commons 2.5 Italia.

Autori/Editori

Archivi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: