«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
CONTRO-PASSATO PROSSIMO – Un’ipotesi retrospettiva
Guido Morselli
Adelphi 1975
Se uno, tipo me, parte leggendo Dissipatio H.G. entra nel labirinto di Guido Morselli dall’uscita e per quanto quel libro sia un concentrato di puro genio, la bizzarria della storia e le condizioni nelle quali venne scritto (ultimo libro di Morselli poco prima del suicidio) possono far sospendere il giudizio sull’autore ipotizzando una genesi dell’opera talmente inusuale e dolorosa da far pensare che la genialità del testo sia più frutto delle circostanze che non della natura dell’autore.
Ora ho letto Contro-passato prossimo che ha come sottotitolo Un’ipotesi retrospettiva e ogni sospensione del giudizio decade senza lasciare ombra: Guido Morselli è un genio letterario di prima grandezza, totalmente autarchico e solitario, privo di riferimenti espliciti e asserragliato nella sua individualità di scrittore isolato, ma per questo ancora più geniale, al pari dei grandi pazzi e grandi geni della storia delle arti. Guido Morselli è un labirinto da percorrere tutto.
Contro-passato prossimo ha qualcosa in comune con Dissipatio H.G.: l’immaginare un mondo parallelo, irreale per quanto verosimile, tanto più irreale qui in Contro-passato prossimo tanto più è verosimile rispetto a Dissipatio H.G. che non era solo la descrizione di un mondo parallelo ma anche e soprattutto un’allegoria malinconica e lucida e un racconto folleggiante da grande scrittore.
Contro-passato prossimo invece non è allegorico, non è un romanzo e non contiene nulla di romanzesco. È un saggio di Storia, perfettamente allineato ai canoni della storiografia dell’epoca, nel tono, nei dettagli e nell’enfasi tipiche della voce dei vincitori.
Lo ripeto perché ve ne convinciate: Contro-passato prossimo è un manuale storico. Nemmeno un romanzo storico, nè una biografia, ma una vera e propria opera storiografica sulla Prima Guerra Mondiale.
Bene – direte – dove sta la novità, quindi?
La novità, ma più che di novità è il caso di parlare di genio scatenato di Guido Morselli sta nel fatto che la Prima Guerra Mondiale è stata vinta dagli austriaci e dai i tedeschi.
(!!!!!!!!!!!)
Avete capito bene: Contro-passato prossimo è l’opera storiografica, unica e inimitabile, che descrive minuziosamente, con ogni dettaglio, con ricostruzioni accuratissime e ricchezza di fonti ufficiali la vittoria di Austria e Germania su Italia, Francia e Inghilterra al termine della Prima Guerra Mondiale. Con la Russia le ostilità si risolvono in uno stallo e infine in un cessate il fuoco che precede la Rivoluzione d’Inverno.
È stupefacente questo libro. Se non l’avessi letto non avrei mai potuto immaginare come si sarebbe potuto scrivere un libro del genere. Altri hanno fatto qualcosa di vagamente simile, soprattutto immaginando la vittoria dei nazisti (penso a Philip K. Dick) o il trionfo del comunismo sul capitalismo (non ricordo chi), ma quelli non erano manuali storici, opere perfettamente inscritte nei canoni storiografici; erano romanzi, in particolare infiorescenze letterarie fantascientifiche, erano opere di immaginazione a frutto di una trama narrativa.
Con Guido Morselli è completamente diverso e spiazzante. Per questo l’unica interpretazione possibile è che sia un genio.
Chi legge Contro-passato prossimo sappia che leggerà un saggio appassionante nel quale le vicende partono dalla situazione di stallo della guerra di trincea europea sul fronte occidentale francese e sul fronte orientale all’Est e con un’Italia con l’esercito schierato nel Triveneto a contenere le truppe austriache sull’altopiano d’Asiago e a tenerle sotto tiro dalle cime dolomitiche sulle quali gli eroici artiglieri di montagna avevano issato i pezzi di artiglieria.
Questa è la Storia come la conosciamo. Da qui si biforca, anzi, si sdoppia un universo parallelo e una Storia parallela. Gli austriaci in modo rocambolesco e quasi casuale escogitano un piano ingegnoso che prevede la costruzione di un tunnel rotabile e carrabile da una miniera in disuso. Il tunnel permette all’esercito austriaco di saltare il fronte e di riversarsi in Valtellina da dove con un blitz ben studiato aggirano le truppe italiane e conquistano le retrovie. L’esercito italiano in scacco e con il nemico improvvisamente comparsogli alle spalle e le vie di comunicazione e di approvvigionamento tagliate, capitola. L’Italia si arrende senza inutili spargimenti di sangue e accetta un armistizio dalle condizioni assolutamente ragionevoli, non umilianti e non punitive.
Così inizia Contro-passato prossimo e prosegue fino alla vittoria dell’asse austro-tedesco sull’Europa intera, Inghilterra inclusa, la cui un tempo invincibile marina viene annichilita.
Finisce con un giovane Hitler modesto pittore che farnetica solitario teorie alle quali nessuno presta ascolto, Mussolini giornalista che tentenna circa il suo impegno politico per poi rinunciarvi e Lenin emigrato negli USA per diffondervi la rivoluzione comunista. Nell’Europa pacificata e tutto sommato integra si afferma un moderato socialismo del quale Rathenau, tedesco ed ebreo, ne è il padre nobile. Nasce l’embrione di federazione europea di stati. Nella Storia parallela, la Seconda Guerra Mondiale, il fascismo e il nazismo e le carneficine non esistono, non sono mai avvenuti.
Lo ripeto: Guido Morselli è un genio, bisogna leggerlo per rendersene conto, anche se, attenzione, non è di lettura facile come non lo è un’opera storiografica scritta alla fine degli anni ’60. Se lo affrontate siate preparati a questo perché questo vi aspetta, insieme a uno stupore che va via via aumentando di pagina in pagina, prima per l’apparente bizzarria della Storia parallela, poi per la sua assoluta verosimiglianza, infine per qualcosa di più di una semplice verosimiglianza: per il suo essere reale a meno di un piccolo dettaglio iniziale che ha girato il corso degli eventi del mondo intero.
E in fondo è proprio questo che probabilmente vuole dire Morselli: la Storia non è mai una sola, ma molte, un fascio di storie che divergono per ragioni anche infinitesime e una certa storiografia ufficiale – deterministica, consequenziale, tutta tesa a spiegare perché fu in un certo modo e non poteva essere che in quel modo, oppure impegnata a ingrassare gli eventi con l’illusione di una predestinazione divina narrata dalla voce dei vincitori o dei sopravvissuti – è spesso illusoria e menzognera.
Il messaggio non è nuovo, la critica alla storiografia è ampia e multiforme, ma come l’ha espressa Guido Morselli in Contro-passato prossimo l’ha fatto solo lui, unico e inimitabile genio solitario.
Note:
– un’ottima recensione di Contro-passato prossimo è apparsa su Lankelot e ad essa si rimanda anche per maggiori dettagli sull’opera di Guido Morselli