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«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Flash boys – Michael Lewis

Flash Boys - Lewis

FLASH BOYS – A Wall Street revolt
Michael Lewis
W. W. Norton & Company 2014

Libro di buon successo negli USA sulle malvagità o sulle complessità – a seconda che voi siate più o meno pragmatici per non dire cinici – del mercato azionario americano.
Scritto benissimo – stile brillante, ritmo frenetico, appassionante come una spy story e sorprendentemente informativo per i non addetti – da un autore, Michael Lewis, specializzato in questo genere letterario parecchio frequentato soprattutto per quanto riguarda temi come la finanza, la tecnologia, il crimine o tutti e tre messi insieme.

È in lingua originale e non so se qualche nostro editore lo proporrà in traduzione. Posto questo ostacolo, nel caso non risultasse del tutto insormontabile, la lettura di Flash boys è decisamente interessante e piacevole, perché seguendo una storia principale con protagonista un ex-analista della Royal Bank of Canada e il team che via via mette in piedi, Lewis racconta l’evoluzione degli ultimi anni del mercato azionario americano, le cui caratteristiche sono poco note al grande pubblico, pochissimo documentate dalla stampa perché volutamente complesse, e non ben chiare perfino a molti operatori del mercato finanziario.

Flash boys si apre con un episodio che a molti può causare parecchio stupore (a me ha lasciato esterrefatto). Bisogna essere un po’ geek per apprezzarne il gusto esotico, ma neanche più di tanto. Ve lo riassumo in pochissimo.
Voi tutti, ovviamente, sapete cosa sono le fibre ottiche. Nelle fibre ottiche i segnali sono formati da impulsi luminosi e rappresentano la tecnologia commerciale più veloce per trasportare comunicazioni digitali. Tradotto: nel far parlare computer.
Le fibre ottiche, come tutti i cavi che formano una rete – quella dell’elettricità domestica, quella telefonica etc. -, devono essere fisicamente posate sul terreno, nelle città, attraverso le campagne etc.
Questi lavori di posa sono molto, moltissimo costosi perché si tratta di deviare il traffico nelle strade, scavare buchi e canaletti nelle strade, sul terreno, per ficcarci dentro i cavi, poi richiudere, facendo in fretta e senza dover riaprire. Oltre che costosi, servono molte autorizzazioni per posare dei nuovi cavi e di solito i sindaci non sono felici di far imbestialire i propri elettori vittime di cantieri, ruspe, strade interrotte, ingorghi e così via. Quindi, per ridurre costi e tempi, ridurli enormemente mica di un po’, chiunque, e di solito “chiunque” è un’azienda di telecomunicazioni, sfrutta qualsiasi buco esistente per far passare i cavi: fogne, canali, tunnel, e poi anche gallerie, ponti… qualunque cosa pur di non scavare nuove buchi.
Questo comporta che i cavi seguano percorsi arzigogolati, difficilmente vanno in linea retta per più di brevi tratti, ma va bene lo stesso, costi e tempi si riducono, mentre la velocità degli impulsi luminosi garantisce comunque tempi ridottissimi per muovere le informazioni. Tutto ciò vale per gli usi normali. I mercati finanziari non seguono leggi normali, sono il regno dell’estremo, perché estrema è l’avidità che li sostiene.

L’episodio iniziale di Flash boys racconta di un fascio di fibre ottiche che collega il mercato dei future di Chicago con il New Jersey, a un passo da New York e a centinaia di miglia di distanza, dove hanno sede i data center dei diversi mercati azionari di Wall Street.
Questo fascio di fibre è posato in modo rettilineo.
O meglio, nel modo più rettilineo umanamente possibile, quindi scavando un’infinità di nuovi buchi e canali attraverso montagne (gli Appalachi), città, strade, tutto, e acquisendo il diritto d’uso illimitato per i terreni attraversati dalle fibre ottiche.
Un’opera colossale, dai costi astronomici, apparentemente insensata.
Forse insensata, ma di certo per nulla immotivata.
Costa decine di milioni di dollari l’anno usare quelle fibre ottiche e se anche li aveste da spendere, mettetevi in fila perché sono già tutte occupate.

In Flash boys si parla di High Frequency Trader (HFT) – quegli operatori che grazie a l’uso di tecnologie e algoritmi riescono a movimentare la maggior parte delle contrattazioni della borsa USA con transazioni giocate sui millesimi di secondo -; di dark pool costituiti da quasi tutte le principali banche di Wall Street per effettuare contrattazioni e transazioni in mercati privati e non trasparenti; dei motivi che hanno portato alla disgregazione del mercato finanziario USA in molti (tredici, riporta il libro) mercati azionari pubblici, gli exchanges,  quando invece ancora oggi la stampa cita solo il New York Stock Exchange e il Nasdaq, e, infine, della matassa di relazioni, convenienze, interessi e affari che il mercato azionario americano è diventato a partire dai primi anni 2000, con l’ingresso sempre più massiccio di contrattazioni operate esclusivamente da computer.

Lewis è molto bravo nel non cadere nel pressapochismo e nella facile retorica, al contempo il libro non vuole essere un saggio tecnico per specialisti quindi deve catturare il lettore, appassionarlo e portarlo fino in fondo. Ci riesce benissimo. Il finale ha un po’ il solito sapore di glassa dolce delle storie americane scritte per il grande pubblico americano, ma noi, per antico cinismo e nuova decadenza, sappiamo rifiutare il confetto avvelenato. Rimane uno spaccato di grande avidità, ma anche, e soprattutto, a mio parere, di grande complessità e opacità, dove quello che si vede forse non è quello che accade e dove ogni spiegazione pubblica ha forse nell’ombra altre due o tre ulteriori spiegazioni che non vengono rivelate.

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Questa voce è stata pubblicata il 9 ottobre 2014 da in Autori, Editori, Lewis, Michael, W. W. Norton & Company con tag , , , , , , , , .

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