«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
I DIABOLICI
Pierre Boileau e Thomas Narcejac
Traduzione di F. Di Lella e G. Girimonti Greco
Adelphi 2014
Commento di Cornelio Nepote
Non funziona! Non va! Quando non va, non va! Inutile insistere! Separiamoci senza scannamenti, da persone civili! Io non vi sopporto più quando fate così, lo capite?
Adelphi, con tutta la stima, l’affetto e il portafoglio che vi lascio da una vita, lasciatemi dire che io e voi, quando mi rifilate queste ciofeche di francesi, prima l’iperbufala di quel Carrère osannato come un dio e dallo stile di una televendita, ora questi due malandrini ripescati da non so che soffitta, osannati pure questi come dei e invece un’altra iperbufala stratofonica, vi dico che io e voi non abbiamo feeling quando fate così! E mo’ bbasta!
Che poi salta fuori il popolo del vuvuvu che cinciallegra tutto estasiato, coitoprecocemente orgasmico e sbrodolante, con l’immancabile autore-di-noir-nostrani che esalta qualunque noir intercetti la sua mano arpionata ma io sospetto lo faccia solo per autopromuoversi, e poi i commenti ansimanti, la suspence, gli avverbi e le iperboli, capolavorissimissimoissimissimissimissimo!
Ma fatela finita tutti quanti di dir balle!
Questo I diabolici di diabolico ha solo la noia che induce al modico prezzo di 16 euro per 173 pagine. Pure sovraprezzato!
Allora, lo dico in breve senza spippionare troppi giri e rigiri: la prima metà s’abbiocca in un omicidiuzzo impastato da un figuretto mezzo ragioniere e una simil-valchiria di amante ai danni della mogliettuzza tutta trine e sospiri.
Poi avviene la svolta, anzi la sorpresa, anzi il colpo di scena. Anzi, la botta di sonno definitiva.
Ma che sorpresa, suspence e svolta!
Ma ‘ddeche? Si capisce dopo due pagine dove vogliono andare a parare i due cincischiatori, e per il noir? Noir vuol dir nero e qui di nero c’hanno fatto la copertina, ma la storia è al massimo color azzurrino sogno dell’abbioccato.
Si dorme alla grande, sti stronfia, si sbuffa, si legge in due e due quattro e si archivia ancor piu in fretta nel pozzo dei libri inutili, dimenticabili e noiosissimi.
Finiamola qui e passiamo ad altro.
Salamelecchi,
Cornelio Nepote
Però Carrère si scrive con l’accento grave e i traduttori dei diabolici sono due (eh, sì, proprio come gli autori, doppia coppia).
Grazie caro visitatore. Corretti gli errori.
Però, Carrère rimane una ciofeca e I diabolici una noia mortale
Metto nella wishlist!