«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
OPERAZIONE MASSACRO
Rodolfo Walsh
Traduzione di Elena Rolla
laNuovafrontiera 2011
È sempre un po’ difficile commentare un eroe, ma non per colpa sua… dicevo per Variazioni in rosso e lo stesso dico ora per Operazione massacro che rappresenta, almeno per il pubblico italiano, l’inizio della costruzione dell’eroe Walsh. Pubblicato nel 1957 svela, denuncia e condanna un fatto di sangue, un massacro per l’appunto, voluto e condotto dalla polizia e dai comandi militari nel giugno 1956 in occasione di un tentativo, breve e velleitario, di golpe da parte dei fedeli peronisti; la fallita rivoluzione di Valle, la chiama Walsh, dal nome del generale che guidò i rivoltosi. Il tentativo golpista si consuma nell’arco di una notte: pochi scambi a fuoco e brevi prese di alcune caserme e palazzi, poi l’esercito e la polizia fedeli ai generali Aramburu e Rojas, coloro che detenevano il potere in Argentina dal 1955 dopo l’allontanamento di Perón, ristabiliscono l’ordine e sopprimono i capi della rivolta.
Questo è il contesto nel quale si svolgono i fatti raccontati da Walsh. Siamo lontani vent’anni dal regime neonazista del generale Videla, dai desaparecidos e dai crimini inumani che Walsh denunciò negli anni Settanta. Siamo all’inizio della strage argentina, quando si prepara il terreno, si consolidano le pratiche, si innestano le radici della violenza poliziesca nel corpo della società. Ma ancora non siamo nei giorni delle persone che in massa venivano prelevate in casa, di notte, oppure direttamente in strada e scomparivano, per sempre.
Variazioni in rosso è il giovane Rodolfo Walsh, Operazione massacro è la nascita dell’eroe Walsh, Lettera aperta di Rodolfo Walsh alla giunta militare è il martire Walsh. Mi manca Fotografie da leggere, vedrò dove collocarlo quel Walsh. Poi mi pare che in italiano non ci sia più nulla, e ciò è un fatto che come minimo definirei riprovevole, se non proprio da vergognarsi dalla testa ai piedi visto che ci sono almeno altri due grandi testi di denuncia civile che Walsh pubblicò: Caso Satanowsky e ¿Quién mató Rosendo?.
Tutto chiaro?
Bene, allora entriamo in Operazione massacro. Parla di fatti realmente accaduti e ricostruiti da Walsh a seguito di molte ricerche, interviste, lettura di atti giudiziari. In breve i fatti: la notte del 9 giugno 1956, la notte della fallita rivoluzione di Valle, un gruppo di una decina, circa, di persone si ritrova in un appartamento della periferia di Buenos Aires, i più per assistere a un match di pugilato in televisione, altri semplicemente per accompagnare un amico, di altri non si sa perché si trovassero lì. Una famiglia è nell’appartamento a fianco, casa loro. Alcune delle persone che si ritrovano nel primo appartamento sono attivisti peronisti, alcuni in clandestinità (era vietato perfino parlare di Perón, pronunciarne il nome), qualcuno, forse, non è certo, è a conoscenza del tentativo di golpe che si andava preparando quella notte, ma i più erano ignari di tutto.
La polizia interviene credendo di trovarvi un esponente di primo piano dei sovversivi peronisti in clandestinità e, nonostante non riconosca nessuno dei ricercati, arresta tutti: i presenti del primo appartamento (tranne alcuni che riusciranno a fuggire), il capofamiglia del secondo appartamento e pure tre tizi presi in strada a caso: un guardiano notturno, uno che salutava la fidanzata, un passante. Questi tre verranno rilasciati poco dopo per iniziativa personale del capitano della squadra di polizia. In tutto gli arrestati sono poco più di una decina (il numero esatto non è mai stato stabilito).
Gli arresti avvengono dopo le 23:00 del 9 giugno 1956, ma sicuramente prima della mezzanotte.
In quegli stessi istanti, in tutt’altre zone di Buenos Aires e a La Plata scoppia la fallita rivoluzione di Valle. I militari e i civili peronisti lanciano alcune bombe, prendono possesso di alcuni edifici e ingaggiano i primi scontri a fuoco con l’esercito e la polizia regolari.
La Legge Marziale viene promulgata nelle prime ore del 10 giugno 1956.
Questo è il dettaglio fondamentale, poiché è quando vige la Legge Marziale che la polizia viene assoggettata ai comandi delle Forze Armate e che, soprattutto, entra in vigore il secondo comma della Legge Marziale, quello che recita:
«2) Ogni ufficiale delle Forze Armate in servizio e nell’adempimento del suo dovere potrà giudicare immediatamente, con facoltà di applicare o meno la pena di morte per fucilazione, qualunque elemento perturbatore della quiete pubblica.
seguito dal terzo comma che precisa:
«3) Si definisce perturbatore ogni persona che porta con sé armi, che disobbedisca agli ordini della polizia o che abbia atteggiamenti sospetti di qualunque natura.
Questo dice la Legge Marziale e questo vige quando essa viene ufficialmente promulgata ed entra in vigore. Ma non prima di quel momento. Qui sta tutto Operazione massacro e l’inchiesta di Walsh.
Il capitano di polizia riceverà ordine direttamente dai comandi militari più alti in grado di fucilare gli arrestati, i quali però non hanno ricevuto alcuna imputazione, non hanno avuto accesso ad alcuna difesa, ogni tutela legale vigente in periodo di pace è stata loro negata nonostante siano stati tratti in arresto quando ancora la Legge Marziale non era stata promulgata.
Vengono caricati su un camion e condotti in luogo isolato. Diversi di loro cercano di fuggire grazie anche alla scarsa convinzione dei poliziotti, a partire dal capitano, sulla legittimità degli ordini ricevuti. Alcuni riescono a dileguarsi, altri vengono colpiti a fucilate. Uno solo non fugge e viene giustiziato. Due sopravvivono alle ferite e uno di questi, Juan Carlos Livraga, presenterà successiva denuncia per gli omicidi di quella notte e il tentato omicidio ai suoi danni da parte della polizia. L’inchiesta, gli atti giudiziari e l’insabbiatura voluta dal governo in carica daranno a Rodolfo Walsh la spinta e il materiale per ricostruire i dettagli della vicenda: la brutalità della polizia e i tentativi di falsificazione di atti pubblici ad opera dei vertici militari e del governo per anticipare l’ora effettiva di promulgazione della Legge Marziale. La collusione di parte della Magistratura porterà infine all’assoluzione dei responsabili dell’eccidio del 9 giugno 1956. Questi sono i fatti narrati da Operazione massacro.
Eppure… È sempre un po’ difficile commentare un eroe, ma non per colpa sua… e infatti non basta una sintesi dei fatti narrati. Serve commentare, almeno qui è obbligatorio. Nascono i problemi.
Come quasi tutti sanno, le discese sono insidiose: i pericoli abbondano, è richiesta concentrazione e controllo continuo per non farsi del male, finire nei fossi o nei boschi o contro dei muri. Con gli eroi è simile: commentare un eroe è una discesa, tanto più ripida quanto più l’eroe è vivo nel nostro sentire. Rodolfo Wash è un eroe vivo nel nostro sentire, i fatti e le situazioni non sono abbastanza remote ed esotiche per stabilire una distanza di sicurezza. Quindi la discesa è insidiosa.
Il motivo del pericolo è uno: lo slancio gravitazionale. Lo slancio gravitazionale può indurre euforia di vario genere: euforica indignazione, euforica partecipazione, euforico sdegno, euforici appelli all’eroismo civile, euforica commozione e così via. Questi sono tutti indizi di una discesa precipitosa e probabilmente disastrosa.
Ad esempio. Non sarebbe facile ora, qui, scrivere frasi elegiache per la denuncia di Walsh? Indignarsi e rivoltarsi (a parole) per la brutalità degli sbirri? Lanciare proclami contro i militari, la destra e tutti i nazismi massacratori?
Io dico: non sarebbe scontato commentare Operazione massacro con le giuste e sacrosante espressioni di orrore, sdegno e rabbia che in casi simili fanno gonfiare il petto e inumidire gli occhi a ogni persona dotata di una coscienza che possa ancora dirsi umana e civile?
Sarebbe giusto e sarebbe scontato.
Io non lo faccio perché sarebbe inutile. Siamo animali ripetitivi noi umani, non dimentichiamocelo mai, la routine e la consuetudine sono necessità genetiche o almeno metaboliche. Ripetere lo scontato non aggiunge nulla, solo nutre lo stomaco della nostra attitudine consolatoria, giustificatoria, assolutoria. Nessuna nuova buona nuova… Va tutto bene fintanto che la routine si ripete, anche la routine dello sdegno, della condanna e della commozione.
Allora dico un’altra cosa, prendo la tangente e guardo Operazione massacro dallo scranno del cinico. L’orrore di Walsh, ciò che lo rende un eroe e una lettura imprescindibile, la vera natura di Operazione massacro sta nella comicità grottesca della narrazione.
Lo ripeto: la strage gli omicidi e le violenze narrate sono di una comicità grottesca.
È Walsh stesso a narrarle in modo comico e grottesco.
Non è un caso, non gli è sfuggita la penna e non me lo invento io.
I poliziotti sono dei burattini ridicoli.
I presunti cospiratori sono dei pover’uomini grossolani.
Le leggi sono assurde come una commedia kafkiana stracciona.
La violenza, la morte, le ferite, gli scontri, l’attesa, la paura… tutto ha un’aria grottesca da commedia dell’assurdo nella quale nessuno sa cosa sta accadendo, sa cosa sta facendo e per quale motivo lo sta facendo, riesce a comprendere la ragione delle cose.
Le procedure militari per l’esecuzione di sovversivi sono solo ridicoli teatrini per illudersi di conservare un onore perduto da secoli, la scena del massacro si trasforma in una buffonata con gente sovrappeso e scarsamente atletica che salta, scappa, s’inciampa… un caos completo nel quale non si capisce chi faccia cosa, uno cha va da una parte uno dall’altra, uno che ritorna, uno che sparacchia a caso un’altro che colpisce per sbaglio un altro, uno che si fa ammazzare stando in ginocchio a dire assurdità, un altro che vorrebbe dare il colpo di grazia a uno steso in terra immobile e nemmeno quello riesce a fare bene.
Ma soprattutto, quello che Walsh racconta è la comicità grottesca dei dittatori e della società che li sostiene. La loro oppressione è comica e grottesca, i loro discorsi sono comici e grotteschi, i loro sostenitori, gli industriali, i magistrati, i facinorosi, gli interessati, le persone comuni dotate del comune tasso di crudeltà e disumanità sono tutti comici e grotteschi. Sono comici e grotteschi nell’animo rinsecchito che si ritrovano, sono comici e grotteschi nel sangue puzzolente che gli scorre in quei corpi gonfi repellenti, sono comici e grotteschi nei principi in nome dei quali massacrano, sono comici e grotteschi di fronte alla storia dell’umanità.
Il male, sembra dire Walsh nel 1957, è comico e grottesco.
Per questo la violenza, le stragi, la brutalità raggiungono livelli ingiustificati anche rispetto all’obiettivo di conservare il potere per chi governa.
È questo il commento che io voglio fare a proposito di Operazione massacro: Rodolfo Walsh, prima di molti altri e sicuramente a differenza di molti, ci ha mostrato come si può raccontare l’orrore, il nazismo, la brutalità militare, l’oppressione dittatoriale, la mancanza di libertà e il regime poliziesco in modo non scontato, ribaltando i termini della questione, sovvertendo la prospettiva.
Non più solo e non tanto ripetendo lo sdegno, l’orrore e la commozione per i morti e le violenze, ma rappresentando la comicità grottesca di questi militari, dittatori, torturatori, sbirri e la società che li nutre e li tollera. La violenza serve loro come contrappeso e come reazione bestiale all’inestirpabile comicità grottesca che si trascinano addosso, che affligge le loro persone.
Tutti i tiranni, i regimi, le dittature e le oppressioni politiche, religiose o fanatiche, tutte quelle moderne per lo meno, sono comicamente grottesche, sono delle buffonate messe in piedi da una manica di mentecatti, delle imprese di cialtroni dementi, gente irrimediabilmente condannata a ricoprirsi di ridicolo in ogni atto che compiono. Per questo sono pericolosi, è la natura comica e grottesca a renderli micidiali carnefici, massacratori disumani, bestie assetate di sangue. I nazisti, i peggiori di tutti, erano una banda di buffoni se gli si toglieva la divisa e le armi.
Allora, dice Walsh, per come la vedo io, che non è l’orrore per la violenza a dover risvegliare le coscienze, perché quando la violenza diventa evidente è troppo tardi per fermare le bestie. È la comicità grottesca che li ricopre quando sembrano solo dei buffoni che deve preoccupare.
È quando il potere viene dato in mano a uomini comicamente grotteschi che genera i mostri massacratori.
Attualissimo. Agghiacciante.