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«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Naif.Super – Erlend Loe

naif super

NAIF.SUPER
Erlend Loe
Traduzione di Giovanna Paterniti
Iperborea 2002

Secondo voi si può essere buffi e tristi? Oppure buffi e disperati? Cosa ne dite di depressi e simpatici? Malinconici e divertenti, come vi sembra?
Erlend Loe sicuramente pensa che tutte queste coppie di stati d’animo possano stare bene insieme, se vogliamo chiamarli stati d’animo, oppure tutte queste disposizioni di spirito, se preferiamo chiamarle in questo modo, o se volete suggerite voi come si possono chiamare queste coppie strambe, come quelle con lei alta alta e lui basso basso, o lui magro magro e lei ciccia ciccia, o lei super-strappona e lui grigio-topesco (quest’ultimo esempio forse non è molto calzante però).

A parte questo non faccio quasi niente.
Sfoglio il giornale, o me ne sto sdraiato sul divano a guardare in aria.
Non ho nessun progetto.
Continuo ad avere la sensazione che tutto sia privo di senso.
Non è una sensazione ispirante.
Ho ridotto il ritmo al minimo. A zero.
Penso che dovrei ricominciare da capo. Come si fa a ricominciare da capo?

Ieri ho scritto un elenco di quello che ho e di quello che non ho.
Questo è quello che ho:
– una bella bici
– un buon amico
– un cattivo amico
– un fratello (in Africa?)
– genitori
– nonni
– un cospicuo debito di studio con lo Stato
– un diploma di laurea breve
– una macchina fotografica
– una manciata di soldi (prestati)
– un paio di scarpe da ginnastica quasi nuove

Questo è quello che non ho:
– progetti
– entusiasmo
– una ragazza
– la sensazione che le cose abbiano un senso e che tutto alla fine andrà bene
– un carattere vincente
– un orologio

Cosa ne dite, stanno insieme la lista delle cose che si hanno con quella delle cose che non si hanno? Io direi di sì, anzi, a me addirittura pare che sia proprio la cosa normale che capita sempre quella di avere qualcosa e avere delle assenze, dico bene? Le assenze si possiedono, secondo voi? O noi siamo le nostre assenze? Non so, che ne dite? Ad esempio, non avere una ragazza, è un’assenza, giusto? Allora, uno che non ha una ragazza, ha l’assenza di una ragazza o è l’assenza di una ragazza? Mica facile rispondere, sono di quelle domande che lasciano un po’ di stucco. In realtà Erland Loe non fa di queste domande, le faccio io di mia iniziativa, ma devo ammettere che mi sono venute in mente proprio dopo aver letto Naif.Super che è in effetti un libro che lascia un po’ di stucco.

Di stucco, stuccato al massimo, non stucchevole però.

Perché il libro, questo di cui parliamo, anzi scrivo, perché non c’è nessuno che parla qui, ma solo io che scrivo, voi non fate nulla, voi non so neppure se ci siete e se ci siete cosa facciate, forse leggete, ma come leggete? Mica basta dire leggete, che ne so di come leggete! Tutte le parole in fila? Una sì e una no? Due no e tre sì? Al contrario? In verticale? Allo specchio? Al buio? Io mica so cosa fate voi e nemmeno voglio saperlo, badate bene.

L’eternità è qualcosa di completamente diverso da ciò che è solo immensamente e inconcepibilmente enorme. Se l’universo ha un tempo illimitato a propria disposizione, questo non significa semplicemente che tutto può succedere. Significa che tutto succederà.

Erlend Loe io non lo so cosa pensava quando ha scritto questo libro. Di certo aveva in mente un modo strambo di parlare per dire cose serie, di quelle cose che se le si dice in un modo normale poi la gente subito esclama Che tristezza! e anche Ma che tragedia! e dicendo questo magari molti in realtà pensano Che noioso questo qui con i suoi guai, c’ho anche io i calli che mi fan male ma non ci scrivo un libro!

Allora Erlend Loe, che evidentemente voleva parlare di cose così, che ha fatto? Ha immaginato un modo strambo di parlare in modo che la gente rimaneva di stucco e non iniziava con la solita lagna ma ci pensava un po’ prima di parlare. Che avrà voluto dire? Perché parla in quel modo strambo? Sembra che scherzi e che dica sul serio!

Le ho spiegato che non ho nessun figlio. E nessuna figlia. E neanche la ragazza.
Ho detto che sono stufo di far finta che le cose siano diverse da come sono. Ho detto che secondo me non dovevamo starcene lì ad annuirci a vicenda dicendoci che per noi questo e quel libro erano appassionanti, o che questo e quel film erano da vedere.
Possiamo parlarne più tardi ho detto.
Ho detto le cose esattamente come stanno.
Pensavo che se doveva giudicarmi un idiota, tanto valeva che lo facesse subito, meglio prima che poi.
Non mi giudicava un idiota. Ne sono abbastanza sicuro.
Mi ha chiesto se ero sempre così diretto, e ho risposto che era la prima volta.
Mi ha chiesto se ero disperato.
Ho detto di no. Ho detto che per una volta tanto volevo che le basi fossero chiare.
Poi ho raccontato del pallone e del banco da falegname e di Paul.
È allora che ha cominciato a capire di cosa stavo parlando.
Anche lei aveva un banco da falegname quand’era piccola, ma non si ricordava se era Brio.
Le ho fatto scrivere un elenco. Su un tovagliolo.

Io ci sono rimasto un po di stucco a leggere Naif.Super. L’ho già detto diverse volte. Tra l’altro non ho capito cosa vuol dire “naif punto super”, forse lo dice e me ne sono dimenticato, probabilmente è così, ma fatto sta che ancora adesso mi chiedo cosa voglia dire e cosa potrei rispondere se qualcuno che legge, magari di quelli che leggono una parola sì e tre no, mi dovesse chiedere Senti scusa sai, ma che vuol dire il titolo?  E che ne so io! Mi sa che lo dice ma io l’ho dimenticato, dovrei rispondere e forse non ci farei un figurone, come si diceva dalle mie parti.

E voglio telefonare a Lise e dirle che secondo me la vita è un po’ come un viaggio e che io forse, ma solo forse, non sono poi così male.

Quando ho finito di leggere Naif.Super e dopo aver superato la fase rimango-di-stucco sono uscito, sono andato alla biblioteca e ho preso subito un altro libro di Erlend Loe, perché a me questo trucco del far rimanere di stucco mi ha davvero fatto rimanere di stucco.

3 commenti su “Naif.Super – Erlend Loe

  1. franz
    28 aprile 2015

    a un certo punto il protagonista si corica in posizione fetale, nel libro mettono una c al posto della t, capita anche ai migliori…

  2. franz
    28 aprile 2015

    in “Doppler. Vita con l’alce” c’è un evidente errore di traduzione (o di battitura).
    l’ho detto alla casa editrice e mi hanno risposto che nella prossima edizione del libro correggeranno.
    lo trovi?

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Questa voce è stata pubblicata il 25 aprile 2015 da in Autori, Editori, Iperborea, Loe, Erlend con tag , , , , .

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