«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
QUESTI SONO I NOMI
Tommy Wieringa
Traduzione di Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo
Iperborea 2014
La prima volta che mi sono imbattuto in questo libro, il paragone che la bandella e poi anche la quarta faceva con Coetzee, il grande J. M. Coetzee, mi aveva infastidito e l’avevo per questo riposto pensando “Come Coetzee? Ma baciati i gomiti se sei un centesimo di Coetzee!”
Poi, non so perché, invece di dimenticarmene, ho continuato a pensare a questo libro ogni volta che dovevo scegliere cosa leggere. Talvolta operavo un trucco per autoingannarmi: escludevo il libro pensando “Come Coetzee? Puah! Ma figurati!” ma mi concedevo di pensare all’autore, “Mah, chissà com’è questo Wieringa… olandese… mah!… olandese?… potrei…”, mi facevo dei discorsi del genere, da mercato del pesce, diciamo così, ma che va bene, visto che scegliere un nuovo libro o un nuovo autore non è diverso che comprare il pesce al mercato (i sofisticati dicono che è completamente un’altra cosa, ma poi se li interroghi scopri che non hanno mai comperato il pesce al mercato, mai nemmeno una volta, al massimo hanno comprato il pesce surgelato e infatti allo stesso modo scelgono di leggere libri e autori surgelati, senza accorgersi che c’è un mondo non surgelato che loro ignorano e, dico io, speriamo che continuino a ignorarlo).
Alla fine mi sono reso conto che volevo assolutamente leggere questo libro, nonostante i Puah! e gli olandesi surgelati, non vedevo l’ora di leggere proprio questo libro, non un altro di Wieringa, questo.
Ora che l’ho fatto, sapete che vi dico? Giù il cappello. Libro meraviglioso e sì, regge il paragone con Coetzee, con il grande J.M. Coetzee e i suoi panorami senza confini, polverosi, il deserto che si stringe attorno ai protagonisti e lentamente li corrode, un passo dopo l’altro l’anima vitale cola fuori dalla pelle spaccata e si secca, i personaggi muoiono di fame e di sete, fame e sete di vita, mancanza di sogni, perdita di speranze, degradazione dell’uomo a organismo vivente. Coetzee è un maestro poco amichevole ma neppure arcigno; è un maestro di poche parole pur scrivendone molte, è il maestro delle storie aride.
Strada facendo i sogni che ognuno di loro aveva alla partenza si erano inariditi ed erano morti. I sogni differivano per peso e misura, in alcuni sopravvissero più a lungo che in altri, ma alla fine si erano dissolti quasi tutti. Il sole li aveva polverizzati, la pioggia li spazzò via.
Tommy Wieringa scrive una storia arida nella quale i personaggi arrancano in un deserto insensato; sono migranti che avanzano verso una meta inesistente, avanzano verso la tragedia del gesto inutile. Altri personaggi, anzi un altro personaggio, li attende in un avamposto (oh, Coetzee risuona fortissimo qui), una cittadina della steppa ex-sovietica, Michailopoli. Lui, Pontus Beg, non sa di attenderli, ma è quello che fa. Lui non sa che i loro destini sono legati da una storia millenaria. Lui non sa che è dal nulla che nasce lo spirito religioso e lui, a quel nulla è ormai giunto da tempo.
Questi sono i nomi è una traversata del deserto per giungere a un nulla ancora più feroce ed è anche l’apparentemente inevitabile processo di annullamento di una vita qualunque che stringe alla gola gli uomini che avanzano nella traversata degli anni. Come i migranti illusi da una frontiera e da una meta che svanisce man mano che vi si avvicinano, così gli uomini traversano gli anni e i destini finché il tempo non rivela loro l’illusione: alla fine del viaggio non c’è nulla, neppure una fine, neppure un ritorno alla polvere o alla casa o allo stato di natura, non c’è nulla oltre alla scomparsa del viaggio e l’immane assenza di senso. Sono due deserti che si intrecciano, il terzo deserto è quello biblico, le storie degli uomini che si stringono attorno al senso di popolo.
Questi sono i nomi è un grande libro. Un libro sugli uomini e i loro deserti. Un libro profondamente religioso per uomini svuotati di ogni natura umana. Un libro sorprendente ed emozionante che rimarrà nascosto nei sedimenti della memoria per riemergere di tanto in tanto quando il ronzio del silenzio che produce il deserto che ognuno si porta addosso si farà più insistente.
Forse era proprio il ronzio del mio silenzio che mi costringeva a cercarlo. Mi piace pensare che ci sia un destino molto debole e incerto e codardo, capace solo di far ronzare le orecchie di tanto in tanto, per dare fastidio e col fastidio un segnale o anche solo fastidio e nessun segnale, che è molto di più del silenzio del deserto. Questi sono i nomi è un libro con un destino disciolto tra le sue parole.
Un brano:
Cadde una goccia. A Beg si strinse il cuore; era da tempo che non sentiva un rumore così sereno. L’increspatura sull’acqua svanì in fretta. Avrebbe voluto spogliarsi, scendere i gradini fino in fondo, immergere il suo corpo, purificarlo dalla sporcizia del mondo. Perfino quella che non se ne andava sarebbe stata lavata via. Una nuova anima. Lì, nelle profondità della terra, nell’acqua magica, una cosa del genere sembrava davvero possibile. Che pensiero piacevole, consolatorio… Liberarsi della sua vecchia anima, quella cosa sfilacciata e consunta, e riceverne in cambio una nuova. Chi non l’avrebbe voluto? Chi avrebbe rifiutato?
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Meridiano di sangue il più acclamato, poi io ho amato molto Suttree.
Lo sto leggendo, anch’io ho pensato a La strada di McCarthy che fra l’altro non avevo apprezzato particolarmente (fra i McCarthy di certo non il migliore).
Tornando a Wieringa è presto ma come temi mi è molto più congeniale di Speedboat. In ogni caso uno scrittore molto interessante.
Puoi suggerirmi un titolo o due di McCarthy?
A me ha fatto venire in mente La strada di Mc Carthy.
Ah! Devo leggerlo Mc Carthy, lo so
Di Wieringa ho appena terminato la lettura di Joe Speedboat: scrittura “scoppiettante” per un romanzo di formazione decisamente interessante. Dalla tua recensione questo sembrerebbe andare in un’altra direzione. Curioso. Me lo segno.
Ci incrociamo. Io ho Joe Speedboat pronto da leggere e mi chiedo come sia Wieringa scoppiettante