«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
IL MEDIOEVO FANTASTICO
Jurgis Baltrušaitis
Traduzione di F. Zuliani e F. Bovoli
Adelphi 1993
Libro fantastico di nome e di fatto. Una lettura affascinante come poche.
Baltrušaitis era lituano e ha svolto la sua attività di storico tra Kaunas e Parigi. Il testo è del 1955 ed è ricchissimo di citazioni, informazioni, riferimenti ed anche immagini e disegni. È un’opera notevolissima per erudizione ma anche per la capacità di raccontare lo svolgersi di una storia attraverso dei simboli.
L’analisi di Baltrušaitis, iniziata fin dagli anni ’30, compie un’operazione difficile: mettere in comunicazione Oriente e Occidente ricostruendo le influenze che il primo ha avuto sul secondo. In questo testo, l’oggetto sono i fiumi sotterranei di simboli e fascinazioni che dal Medio e l’Estremo Oriente hanno contaminato il Gotico europeo nel Basso Medioevo che ha preceduto il Rinascimento.
È una fauna di creature fantastiche quella che invade l’Europa tra il XIV e il XVI secolo: mostri, belve alate o multiformi, incastri di esseri immaginari, appendici bestiali su forme antropomorfe o viceversa, parti d’uomo su bestie, leviatani dalle fauci spalancate come quello riprodotto in copertina e ali di pipistrello incastonate nelle schiene di angeli e diavoli, scheletri danzanti, draghi e demoni cinesi. Ma non è solo una processione di bestie demoniache quella che invade l’Europa, sono anche simboli dalle tradizioni arabe o cinesi a essere adottati dall’iconografia europea: mandale, arabeschi, cornici islamiche, conchiglie, tralci e alberi della vita, wak wak (alberi parlanti) oltre a elementi architettonici come gli archi carenati.
Quella che Baltrušaitis riproduce è una costellazione intera di simboli e immagini che si ibridano e da culture lontane entrano a far parte della tradizione del Gotico europeo e aprono la strada al successivo Rinascimento.
È in questa processione ininterrotta che viene riportata alla luce che risiede il grande fascino di questo libro: Baltrušaitis con la ricchezza dei dettagli e con i fili che annoda riesce a ricreare la percezione di quei fiumi sotterranei di immagini che entrano in Europa lungo le vie dei mercanti o precedendo la grande e spaventosa avanzata delle orde mongole giunte fino alle porte di Vienna.
Leggendo Il Medioevo fantastico si entra in un turbine vivo di immagini che prendono forma, acquistano senso e dispiegano il loro messaggio misterioso. Quelle che ai nostri occhi profani sono solo forme bizzarre e rappresentazioni grottesche, come possono apparire le scene dipinte dai due grandi maestri del gotico europeo, Hieronymus Bosch e Bruegel il Vecchio, nella lunga disamina di Baltrušaitis prendono vita e parlano, raccontano da dove vengono, fanno sentire con forza la suggestione che inducono sull’osservatore e come in una meravigliosa rappresentazione scenica che poco alla volta dispiega un effetto prodigioso che il regista aveva tenuto celato dietro le quinte, il Gotico europeo, il Basso Medioevo spesso descritto come un periodo di secoli bui attraversati da paure ingenue che hanno preceduto la grande rinascita della cultura europea, improvvisamente si illumina, si colora, si anima, viene percorso da carovane che trasportano simboli e innescano un’immaginazione fenomenale, ritagliano forme e le innestano le une nelle altre, creano una fantasmagoria prodigiosa forse mai più eguagliata nel corso dei secoli successivi.
Un libro come Il Medioevo fantastico è un’esperienza sensoriale oltre che un piacere intellettuale. Gli stimoli visivi fanno vibrare l’immaginazione, il senso di sorpresa cresce e alla fine tutti gli elementi fantastici si saldano in un caleidoscopio di colori, di forme, di fascinazioni e di storie che si sgranano. Dal buio della storia e della tradizione che ci è stata tramandata esce una processione danzante di figure grottesche che ruggiscono, saltano, sbavano, piroettano, s’inerpicano e cantano, è un carnevale di demoni e draghi, una festa di nastri che si annodano in modi impossibili, un travaso di immaginazione dagli angoli più remoti della terra, tra culture che comunicavano visioni, sogni, incubi, superstizioni e storie, un numero infinito di storie, con tutti i mezzi possibili.
È un viaggio meraviglioso quello de Il Medioevo fantastico attraverso una notte piena di forme, sogni e colori.
Pingback: Medioevo fantastico – Hedera Picta
La prego, caro “2000 battute” (ma quale è la sua reale identità?), la smetta di segnalare libri che poi, alla prova di lettura, si rivelano, inevitabilmente, essere REALMENTE libri eccellenti.
Seguendo i suoi consigli ho infatti scoperto e acquistato tutto ciò che in italiano è stato tradotto di Tunström, Lobo Antunes, Keilson e Sklovskij, nonché lo straordinario “Il grande fiume Po” di Guido Conti; il tutto con profondo gaudio di lettore, ma altrettanto onere per il mio portafoglio.
Perciò cerchi, ogni tanto, di disseminare le sue sempre azzeccate segnalazioni di autentiche, irredimibili, “bufale”; in modo tale che io, in futuro, debba essere costretto a non prendere per oro colato il suo Verbo, e ad effettuare con maggior cautela i miei futuri acquisti letterari.
Grazie (e non si azzardi a seguire il mio ultimo consiglio).
Ci sono commenti che fanno più piacere di altri, è inutile negarlo.
Grazie