«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
LA SVASTICA SUL SOLE
Philip K. Dick
Traduzione di Maurizio Nati
Fanucci 2010
Sarò breve: è un libro che vale poco e invecchia male. Stranamente viene ancora proposto nelle librerie come fosse un testo di imperdibile piacere e interesse. Non è nulla del genere. La storia è banale e infarcita di elementi vagamente esoterici dei quali Dick si ubriacava. I personaggi sono semplici, poco interessanti, l’azione quasi inesistente. La fama del libro gioca su una semplice illusione ottica dovuta alla morbosa attrazione che il folklore nazista ancora esercita.
Quest’ultimo è indubbiamente l’unica ragione per l’esposizione del libro come fosse un classico del genere. Anche io ne sono stato attratto quando mi sono accorto di non averlo mai letto. Sappiate che la delusione vi attende e vi accoglie come una odiata lontana parente. L’ipotetica società occidentale nazistificata è una caricatura della storia e il risultato, letto oggi, è quello di una commediola americana da quattro soldi.
Passiamo ad altro.