«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
SAGA DI ODDR L’ARCIERE
Traduzione di Fulvio Ferrari
Iperborea 1994
Era da tempo che volevo leggere delle saghe islandesi, le celeberrime saghe islandesi, madri di un’intera narrativa epica, sorgenti di miti. Una cosa da esaltarsi, insomma. Inizio con la Saga di Oddr l’Arciere risalente al 1300 ca. Le note e l’introduzione di Fulvio Ferrari sono come sempre illuminanti.
Queste sono storie per occhi anche molto diversi. Io la storia di Oddr l’ho letta nel modo più semplice: come una favola, una leggenda e un racconto orale ascoltato una notte d’autunno, al chiarore incerto di una luce fioca. Mi sono entusiasmato a leggere i nomi e ho sorriso nelle battaglie. Inizia così:
C’era un uomo chiamato Grímr Guancialanuta, e portava questo soprannome perché era nato con la barba. Egli era figlio di Ketill Salmone, figlio di Hallbjörn Mezzotroll. Grímr abitava sull’isola di Hrafnista, era ricco e la sua autorità era grande in tutto lo Hálogaland e anche oltre. Era sposato, e sua moglie era Lopthoena, la figlia di Haraldr, hersir del Vík, a est.
Stupendo, che altro posso dire? Io leggo “Grímr Guancialanuta” e già un mondo fantastico mi si è spalancato davanti e mi tornano in mente i favolosi mostri gotici di Jurgis Baltrušaitis che sgambettano, saltabeccano e svolazzano in un tripudio di fantasia e immaginazione.
La storia prosegue con la nascita di Oddr, la sua giovinezza e le avventure. Oddr è un eroe epico che si scontra con altri eroi, non sempre vince e peregrina nel Nord compiendo spedizioni, battagliando e navigando; ma peregrina anche a Sud, in Ungheria, giungendo perfino in Palestina. Avrà una vita lunghissima, sarà stato re e guerriero, sempre accompagnato da una profezia e una veste magica.
Al termine della saga la profezia si avvera e Oddr muore.
Qui si conclude la saga di Oddr “Punta di freccia”.
Leggere storie bellissime nella loro forma più semplice.
questo lo leggo…