«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
LE PAROLE LA NOTTE
Francesco Biamonti
Einaudi 2014
Pubblicato nel 1998, ultimo romanzo di Francesco Biamonti. Introverso, solitario, a tratti inselvatichito, ma sempre raffinato nell’accostare parole e incidere dialoghi che sulle prime appaiono laconici, poi si schiudono in poesia. È scrittura rupestre e di frontiera, luoghi per loro stessa ammissione ai confini della società. Ma anche scrittura che si specchia nel grande Mediterraneo dorato della costa tra Italia e Francia. È scrittura musicale quella di Biamonti, quasi una composizione minima di suoni trattenuti, intervallati da lunghi silenzi. Uomo e narratore schivo, scrive di un’esperienza multisensoriale avvolgente prodotta da quella terra fatta di linee di demarcazione tracciate con solchi profondi eppure continuamente scavalcate. È lo stesso fascino che sprigiona dai marsigliesi quello del ligure Biamonti, quello di uomini di costa aspra che continuamente cercano con lo sguardo il riverbero del grande mare. È quello di uomini induriti dalla natura e dai troppi confini che segnano la loro terra come cicatrici striscianti; uomini dagli incontri sporadici che si risolvono in violenza o in passione; uomini senza epica, spesso silenziosi, quasi mai profetici.
«Devo stare attento, – pensava, – ho sempre lo stesso vizio: gettarmi sul passato, il tempo che risorge, un ricordo che entra nel chiarore». Adesso entrava lei, con la sua musica della fine del mondo. «Mi devo fermare lì, non andar oltre. In un attimo sono all’infanzia, e un passo dall’altra parte e sono alla morte. Mi devo aggrappare a lei, alle sue mani, alle sue gambe, alle sue lunghe occhiate». Pioveva forte e sentiva suonare quella musica. Ma la musica era sereno, doloroso sereno.
Lo stesso scontro a volte aspro a volte dolce tra gli opposti della natura si riverbera nei protagonisti. Uomini e donne dai lunghi silenzi e dalle poche parole rivelatrici, ma anche persone dalla emotività ricca, pronte a schiudersi nel raro incontro tra simili a passioni, parole, corpi e memorie. Personaggi estranei alle consuetudini della media quotidianità, come spesso accade per chi abita zone impervie, creano una poetica e una sensibilità propria, espressioni di terra severa e cieli caldi che talvolta diventano violenza feroce.
Terra, cieli, incontri sporadici, ma anche la presenza incombente del confine. Quello tra Italia e Francia, un confine montano, attraversato da sentieri che si inerpicano e sui quali incessante scorre il flusso di migranti clandestini che cercano di raggiungere una destinazione. Presenze notturne in alcuni periodi, presenze anche diurne in altri. I migranti sulle erte dell’entroterra del Ponente ligure sono descritti come fantasmi che attraversano una terra dimenticata da chiunque tranne dai rari abitanti. Non hanno quasi mai una identità, sono ombre e sagome di una catastrofe lontana e vittime di imboscate, agguati, omicidi e stupri che avvengono su quei crinali e in quei boschi senza che alcuna notizia si diffonda. Per soldi, per razza, per odii sia lontani sia vicini. I migranti di Biamonti sono le avanguardie di un mondo che crolla e imputridisce, e nessuno è in salvo, nemmeno i solitari e i poeti o i delinquenti.
– Guarda da cosa siamo assediati.
– C’è un bel cielo, un mare.
– E al di là di questo quadro che consola?
– Se cerchiamo in punti morti…
Smisero di parlare. La cameriera era a un passo.
– Volete restare a mezzogiorno? Se non restate vorrei chiudere per un’ora. Oppure vi lascio la chiave.
Le dissero che dovevano andarsene.
Alain prese il suo canestro. Fuori c’era un po’ di vento, i paesi scintillavano sui costoni.
– Ti direi di salire, ma temo che Veronique dorma ancora. Ho l’impressione che stia per abbandonarmi.
– Non ti abbandona finché ne hai bisogno.E poi le porti le rose, le fai la spesa.
Biamonti me lo aveva consigliato anche il mio libraio fiorentino, quindi me lo devo segnare!