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«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Il deserto – Jorge Baron Biza

il deserto

IL DESERTO
Jorge Baron Biza
Traduzione di Gina Maneri
La Nuova Frontiera 2016

Molto atteso, da molti mesi, il libro più sotterraneo, l’unica opera di uno scrittore unico, il lascito di una vita inconoscibile.

Un acido potente, come il vetriolo, ad esempio, quando gettato sulla pelle di una persona, sul volto non genericamente “sulla pelle”, ne divora i tessuti, lentamente, non come una fiammata che ustiona e brucia. Inizialmente la pelle si arrossa, poi si gonfia, ma il vero effetto devastante avviene successivamente quando l’opera corrosiva non si ferma con la medicazione, invece prosegue, continua a sciogliere l’epidermide, la carne, aprire buchi, piaghe, voragini in un volto di donna che diventa “una nuova realtà, svincolata dall’obbligo di assomigliare a un volto”.

È una ferocia che si protrae oltre l’iniziale violenza del gesto, addirittura è una ferocia che svela solo nel tempo la propria reale portata. È un’onda di odio che monta irrefrenabile e travolge le sembianze umane. Per questo sfregiare con l’acido è un atto tra i più brutali e inumani.

Nei momenti che seguirono l’aggressione, Eligia era ancora rosea e simmetrica, ma di minuto in minuto le linee dei muscoli del viso cominciarono a incresparsi […]

Se c’è un libro che riesce ad agire come un acido questo è Il deserto, colpisce con violenza per le immagini di scarnificazione, ma è il tono di voce del narratore l’elemento più potente, è una voce che si aggrappa addosso, continua a risuonare per giorni e giorni anche dopo aver finito di leggere, sta lavorando nell’ombra, strappa brani di pensieri, si installa nei tessuti e continua a insistere, piatta, strascicata. È una voce corrotta, una voce che rispecchia un vuoto, un vuoto inconcepibile, una voce che emerge da un corpo che va in malora, una voce che racconta inventando tutto, falsificando ogni parola, eppure racconta di sé, racconta di tutti, racconta di eventi accaduti, ma cosa non è mai accaduto?

Baron Biza fu uomo che andò in malora. Il deserto è l’unico suo lascito, un romanzo da leggere senza pensare a chi l’ha scritto, ma anche la storia reale della vita dell’autore, della madre sfregiata dall’acido, dei lunghi mesi trascorsi presso la clinica di Milano, e di sé in rovina.

Eppure, quella voce che narra continua a lasciare l’impressione che la storia abbia un piano diverso dall’autobiografia. Certo, i fatti sono reali, l’acido ci fu, cosí come Milano, l’alcool, i suicidi. È tutto vero, è storia della famiglia Baron Biza. E soprattutto è innegabile che la voce stia parlando di sé, che Jorge Baron Biza parli di sé.

Ma c’è un piano diverso, un piano argentino. C’è una menzogna, perché è la menzogna la firma inconfondibile del grande romanzo argentino. Anche Baron Biza mente, lo fa con quel tono di voce che non è nè partecipe nè cinico, ma solo vuoto, è una voce svuotata da un acido la sua, che parli dei lembi di pelle applicati sul volto martoriato della madre, di un androne milanese dove si rifugia ubriaco e maleodorante o degli schizzi di sperma che una prostituta gli sputa sui capelli.

C’è il vuoto nella sua voce.
C’è il vuoto in questo libro memorabile.
Il deserto è un capolavoro.

Un grande flusso di compassione mi investì quando si verificò il primo suicidio in famiglia. Quando accadde il secondo, quel flusso si trasformò in un oceano agitato e senza orizzonte. Al terzo, ogni volta che mettevo piede in una stanza posta al di sopra del terzo piano le persone si affrettavano a chiudere le finestre. In scene come questa è rimasta imprigionata la mia solitudine.
(dalla bandella redatta da Baron Biza della prima edizione, autopubblicata.)

Note:
– Tommaso Pincio ha scritto una recensione per La Stampa.
– Francesca Lazzarato per Il Manifesto.
– Coinvolgente la lunga postfazione di Alan Pauls e una traduzione di gran pregio da Gina Maneri.

2 commenti su “Il deserto – Jorge Baron Biza

  1. Maurizio Mancini
    3 aprile 2016

    anch’io lo metto in lista dopo aver letto il tuo commento e quello di Pincio, ciao!

  2. Barabbos
    2 aprile 2016

    In lista immediatamente.

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Questa voce è stata pubblicata il 2 aprile 2016 da in Autori, Baron Biza Jorge, Editori, laNuovafrontiera con tag , , , , .

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