«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
IL PENSATORE SOLITARIO
Ermanno Cavazzoni
Guanda 2015
Non so se lo sapete ma io ho un’ammirazione per Ermanno Cavazzoni che lambisce l’adorazione. È geniale, micidiale, acutissimo, erudito, dissacratore e sa scrivere da dio.
Il pensatore solitario, raccolta editoriale di racconti in parte già apparsi su un quotidiano non vale niente.
Sono racconti scritti da Cavazzoni con la mano fessa per pagine leggere come quelle di un inserto settimanale, buoni per far sorridere il tempo di un cappuccino e brioche. Non penso che abbia mai preteso che gli venisse attribuito un valore maggiore. Nemmeno paragonabile a sublimissime opere come Gli scrittori inutili o Vite brevi di idioti.
Ripresi e messi insieme in volume si deprezzano ulteriormente, come se quel cappuccino e quella brioche durassero ore, ormai freddi e rinsecchiti, con pure qualche moscerino suicida che galleggia sulla superfice e noi ricoperti da milioni di briciole.
Fa niente, caro Cavazzoni, ormai lo so come va il mondo. Ci riprovo la prossima volta con te.
Ciao, buona colazione.
Lapidario. Povero Cavazzoni!
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