«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
SHAFT
Ernest Tidyman
Traduzione di Ettore Capriolo
SUR 2016
Libro del 1970 a cui seguiranno altri sette titoli tutti aventi come protagonista John Shaft, il detective privato nero tutto azione e metodi sporchi nella New York del crimine.
Ambientazione da telefilm anni ’70 e ritmo serrato, Shaft lo si immagina per forza con pantalone a zampa, dolcevita e stivaletto.
Shaft è un personaggio borderline tra legge e crimine, fortissimo, atletico, astuto, intelligente, consumatore di donne e navigatore dei bassifondi di Harlem all’epoca d’oro della malavita newyorkese e delle Black Panthers.
Inspiegabilmente ho letto di qualcuno che avrebbe detto che Shaft ha un “ritmo jazz”, quando invece è evidente che il ritmo sia quello della black music dei primi anni ’70, già funk e soul, in rotta proprio col jazz. James Brown e Marvin Gaye è musica per John Shaft.
In questo primo romanzo, Shaft viene ingaggiato dal boss dello spaccio di Harlem, scherza con l’ispettore capo che ne conosce l’abilità, ha a che fare con un fanatico attivista per i diritti dei neri e con la mafia che vuole farlo secco. Imboscate, bevute, sparatorie, scopate, inseguimenti e black power a ritmo funk, su e giù per le strade di New York.
Divertente.