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«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

La ragazza – Angelika Klüssendorf

ragazza

LA RAGAZZA
Angelika Klüssendorf
Traduzione di Matteo Galli
L’orma 2013

Romanzo aspro con sfumatura ironica e retrogusto ancora più aspro. Breve, sincopato, si svolge su un canovaccio già ben rodato: la figlia ribelle di madre sola, volubile e psicotica, e tutto quello che ne consegue. Romanzo di formazione virato al femminile, anche le botte, le urla e le fughe virate al femminile. Uniche presenze maschili sono l’effimero padre alcolizzato, protagonista di una breve apparizione sbiadita, e il fratellino allampanato, vittima inerme e quasi muta dell’implosione della famiglia. Ci sarà anche un secondo fratellino, strumento di una breve quanto inattesa parentesi di tenerezza. Sullo sfondo del disastro familiare scorre il grigio disfacimento della Germania dell’Est e il miraggio dell’Ovest a illudere i poveri.

L’autrice sceglie di non variare il canovaccio tradizionale. Succede quello che si sa che succederà, la figlia crescendo si emancipa, ma l’adolescenza sbandata la porterà a conoscere il riformatorio e gli istituti per giovani difficili. La figura della madre permarrà minacciosa, spettro psicotico pronto a ricominciare a urlare e picchiare. Ma non è questo che rende originale il libro, questo è volutamente già letto e già scritto molte volte. Però neppure siamo dentro una confettosa cornice holliwoodiana o tra le mani di una qualche insipida scrittrice che traffica in sentimentalismi di seconda mano, quindi non dobbiamo temere per uno di quei deprimenti finali di dozzinale speranza. Si può avere fiducia nella lettura.

Angelika Klüssendorf è tedesca e decisa a scrivere una storia aspra, che talvolta illude con l’ironia per poi lasciare un sapore ancora più aspro in bocca. Ripeto il mio ritornello. Lo fa con la voce, più che con la storia. Lo fa recitando la storia già scritta, già letta e già nota con un ritmo serrato, a labbra strette, per incalzare. È una scrittrice incalzante, non accomodante.  Ha il pieno controllo del tono della voce, non lo alza mai fino a gridare, non lo abbassa per sussurrare, la sua voce oscilla in una fascia stretta, è monotona. Monotona e incalzante. È sulla voce che lavora. Su quella ha fatto un gran lavoro e per quella il libro merita di essere letto.

La storia può appassionare o meno, può magari anche commuovere o invece lasciare indifferenti, tutto può essere, ma non è la storia la vera creazione dell’autrice. È una interprete di storie più che una creatrice di storie. Questa distinzione raramente la si prende sul serio, tutti vogliono essere creatori di storie e finisce che non le sanno interpretare. Parolieri sfiatati, narratori di praterie giustamente dimenticate. Angelika Klüssendorf, invece, è abile nella recitazione, è con quella che riesce a catturare l’attenzione del suo pubblico, la modula accelerando e frenando, cambiando registro e prendendo la direzione che le piace.

Ci si immedesima nella ragazza del titolo in modo cinematografico, come in una di quelle pellicole dove la ripresa ininterrotta della steady cam si muove ad altezza degli occhi e si ha l’impressione di essere degli intrusi, dei pedinatori, se cosiìì si può dire. È questo l’effetto del ritmo sincopato, come la lettura di una sentenza, l’incertezza del vivere, e anche una certa crudele comicità che la sfortuna provoca.

Bella voce, sguardo freddo e scrittura abile.

Un pezzo:

Il giorno di Natale trascorre senza preoccupazioni, solo alla sera si ritrova di nuovo nel centro del mirino.Non è riuscita a resistere ed è andata avanti e indietro al forno ad assaggiare la pelle croccante dell’oca arrosto. La madre se ne sta impietrita davanti all’oca come se non riuscisse a farsi una ragione dell’accaduto. L’espressione del suo volto muta a poco a poco, dallo stupore alla rabbia. Raccoglie la saliva in bocca e sputa la carne.Poi piazza  la pirofila sul tavolo e si mette a sedere.
Buon appetito, dice la madre guardandola con aria minacciosa, adesso puoi mangiartela tutta.
Sa che non riuscirà a tirarsi fuori da questa situazione. Sente la lingua in bocca, spessa e impastata, una montagna gigantesca, e sotto lo sguardo della madre comincia a mangiare.

4 commenti su “La ragazza – Angelika Klüssendorf

  1. beatrice
    28 febbraio 2017

    sempre ineccepibile
    quando dici una forma, intendi uno stile particolare, un soggetto intrigante, un intreccio insolito?

    • 2000battute
      28 febbraio 2017

      “una forma” per me è l’equivalente di quello che molti chiamano “una voce”, non è solo uno stile, un soggetto o un intreccio che non posso realmente conoscere prima di leggere il libro. È un’impressione a prima vista della natura del libro, complessiva, come il volto di uno sconosciuto la prima volta che ci parli. È l’impressione sul tipo di libro che io cerco. Ad esempio, capisco se è un libro convenzionale, in cosa vuole distinguersi, a chi si rivolge (soprattutto se si rivolge a uno come me), etc…

  2. beatrice
    27 febbraio 2017

    però adesso spiegami perchè hai letto questo libro, come l’hai scovato nel mucchio

    • 2000battute
      27 febbraio 2017

      Ad esempio perché l’orma sceglie bene i suoi titoli e quindi io guardo con attenzione il suo catalogo (diversamente da altri editori), però non tutti i suoi libri mi interessano. di questo ho letto la bandella, guardato qualche pagina e ho pensato che era un libro che volevo leggere perché aveva una forma.

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Questa voce è stata pubblicata il 25 febbraio 2017 da in Autori, Editori, Klüssendorf, Angelika, L'orma con tag , , , .

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