«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
NEXUS – Oltre il limite della mente
Ramez Naam
Traduzione di V. La Peccerella
Multiplayer Edizioni 2016
Deviazione periodica nella letteratura di genere fantasy/fantascienza. Questo Nexus, uscito negli Stati Uniti nel 2012 per Angry Robot, è il primo titolo di una trilogia, la Nexus Trilogy, che include Crux e Apex del 2013 e 2014, non ancora usciti in Italia. Wikipedia la definisce come “a postcyberpunk thriller novel trilogy” e si annuncia appassionante per gli amanti del genere e non solo.
Nexus, letto nell’edizione originale (quindi niente so della qualità della traduzione), contiene effettivamente elementi che stimolano la curiosità e proiettano l’immaginazione in un futuro lontano, ma che già sembra delinearsi. Questo è un libro – e una trilogia – che si colloca ai confini tra la computer science, le neuroscienze, le scienze sociali e la geopolitica, il cui autore, Ramez Naam è persona poliedrica: non solo creatore di una trilogia fantasy di successo, ma anche saggista, e prima sviluppatore presso Microsoft nel team di Internet Explorer e Outlook, poi fondatore di un’azienda innovativa nell’ambito delle nanotecnologie, membro di associazioni che si occupano di etica e transumanesimo.
La biografia dell’autore si riflette direttamente nell’elemento immaginario che guida la storia. Nexus è il nome della tecnologia che permette di accrescere le funzioni cerebrali umane fino a una condizione post- o trans-umana tale da ibridare le capacità cognitive e sensoriali umane con funzioni tipiche di una rete digitale evoluta, con interconnessioni cerebrali dirette tra coppie o gruppi di persone; capacità avanzate che possono essere attivate e regolate a piacere come programmi di un computer insieme a una generale possibilità di controllo digitale della fisiologia umana. Tutto questo è lo strato fantasy della storia, ma Naam è stato molto attento a non perdere di credibilità e infatti ognuna delle favolose funzionalità di Nexus ha già oggi almeno un primo, grossolano predecessore dal quale proiettare una possibile traiettoria di sviluppo. Esistono già oggi sistemi sperimentali che sostituiscono funzionalità umane, tipicamente sviluppati per cercare di ridurre disabilità o gli effetti di incidenti. Sistemi che interagiscono direttamente col nervo uditivo o il nervo ottico collegati al cervello, o con la zona cerebrale che guida l’apparato motorio sono già sperimentati su pazienti con disabilità irreversibili. Anche un primo abbozzo di comunicazione cerebrale, realizzata decodificando segnali della corteccia cerebrale in pazienti tetraplegici e inviandoli a distanza a un paziente ricevente, è stata già effettuata. In questa consapevolezza dello stato dell’arte delle tecnologie sta gran parte del fascino di Nexus; anche quando attraversa i momenti di azione e le fasi più avventurose della vicenda, mantiene vivo nel lettore il dubbio fondato che quanto descrive possa essere realmente un’ipotesi credibile e non solo un momento di svago e intrattenimento più o meno piacevole. È con questo pensiero costante che si attraversa la vicenda e si seguono i personaggi, i quali sono invece stereotipati e fumettistici, ma tutto sommato simpatici. La cyborg-donna agente speciale, ovviamente avvenente ed erotizzante, mescola forza e abilità transumane con un fondo di dolcezza romantica tutta femminile, il giovane nerd idealista sogna un mondo migliore ma finisce per diventare una pedina fondamentale di un grande gioco tra potenze e potenti, e poi ancora gli sbirri che recitano la tipica parte da sbirri maneschi e ottusi, una buona spolverata di esotismo da sud-est asiatico che dopo Blade Runner è quasi d’obbligo per qualunque atmosfera seriamente cyberpunk e così via. Naam mescola con abilità commerciale da sceneggiatore cinematografico elementi convenzionali con elementi originali, immaginazione e scienza (non a caso la Paramount ne ha acquisito i diritti).
Il risultato è puro intrattenimento e piacevole avventura (post-) cyberpunk, ma con un livello in più, come da buona tradizione della migliore letteratura fantascientifica, a partire, se mi è concesso, dall’ineguagliato e ineguagliabile Solaris fino a 2001 Odissea nello Spazio o il meraviglioso Simulacron di Daniel Galouye.
Il livello in più è appunto quello dove l’ipotesi diventa credibile e impellente, uscendo così dai confini dell’intrattenimento per introdursi in quelli della speculazione scientifica, negli scenari geopolitici, nella rarefazione dell’etica, nella traiettoria dello sviluppo tecnologico umano e, in definitiva, per alzare lo sguardo dal presente e osservare l’orizzonte dei limiti dell’uomo e pure oltre, cercando di intravedere almeno qualche ombra di cosa si muova oltre quella linea, là dove forse stanno gli dei, forse risiede il destino, certamente il luogo dove vivono i sogni e le paure dell’Uomo.
Lo spessore letterario di Ramez Naam può non essere eccelso (anche solo un paragone con il Lem di Solaris è totalmente improponibile), ma con Nexus riesce ad accendere la fiamma della curiosità e dell’immaginazione anche nel lettore informato e selettivo. Merita la lettura. Io intanto procedo nella trilogia.