2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Future Sex – Emily Witt

FUTURE SEX
Emily Witt
Traduzione di Claudia Durastanti
Minimum Fax 2017

È da un certo tempo che penso al sesso.
Meglio tardi che mai – direte voi, oppure anche Chi lo fa non ci pensa – dirà chi ha velleità filosofiche. Vi ignoro. Dicevo che è da un po’ che ci penso, perché il sesso mi sembra uscito dal flusso narrativo quotidiano. Anche sui social, grande cloaca di ogni evacuazione verbale stereotipata e luogo della conformità per eccellenza, il sesso a me sembra diventato inesistente e mi domando come mai. Nemmeno più qualche battuta su culi e tette, qualche foto da calendario di camionisti di un tempo, qualcuno che esageri conquiste o prestazioni, niente. Di tanto in tanto la stampa propone l’ennesima “inchiesta sul sesso” fatta di perversioni vere o presunte, protesi siliconiche o altri pruriti, Il sesso è argomento da rubrica Costume&Società che le testate che vogliono dimostrare di essere moderne&disinibite rilanciano, di solito in estate, tipicamente attraverso la giornalista intellettual-mondana dal capello eccessivamente imparruccato che non riesce minimamente a superare la barriera del bigottismo provinciale e pettegolo (alcune raggiungono livelli comici, come quella che in un’intervista domanda alla Witt il suo giudizio sul porno). Insomma, il massimo della tristezza borghesuccia, roba che ti viene voglia di comprare su eBay la collezione completa di SuperSex per toglierti di dosso quella crosta perbenista. Quindi, il sesso a me sembra sia stato estromesso dallo “storytelling prevalente”, tra virgolette come segno di massimo disprezzo per l’espressione e la forma mentis corrispondente.

Insomma, da un po’ mi domandavo, E il sesso, che fine ha fatto? – quando è capitata l’edizione italiana di Future Sex, di cui qualcosa avevo già sentito anche prima. L’ho letto nell’edizione originale, anche se Claudia Durastanti immagino ne abbia fatto un’ottima traduzione.

La lettura ha avuto un’efficacia innegabile come addensante di pensieri poco educati, un po’ zozzerie e un po’ astrazioni, simulazioni, immaginazioni, riflessioni, osservazioni, che vagavano senza ordine.

La copertina dell’edizione originale

I would not be the first person to use California as an excuse. I used the West Coast and journalism as alibis and I began to consider my options.

Non sono la prima a usare la California come una scusa. Ho usato la West Coast e il giornalismo come un alibi e ho iniziato a considerare le opzioni che avevo.
(Traduzione mia)

Ricordatevi questa frase, scritta dall’autrice, quando troverete recensioni sostenere che Emily Witt ha fatto “un’inchiesta”, “un reportage” o la brava giornalista.

La Witt bisogna ammettere che ci ha provato a dare lettura della società attraverso il prisma del sesso, tuttavia, Future Sex si presta a essere letto in modi anche molto diversi, perfino quasi contrastanti, e tra le diverse interpretazioni può anche essere giudicato un tentativo fallito per, diciamo, una presa poco salda dell’autrice che ondeggia costantemente tra reportage e autoanalisi, giornalismo e teatro, società e confessione, eccitazione e delusione. Certo, la presa poco salda può benissimo anche essere volontaria, proprio per lasciare che un discorso scivoli, quasi accidentalmente, in una direzione inaspettata. Insomma, con Future Sex la Witt offre cibo per palati diversi, forse senza soddisfare del tutto, ma senz’altro offrendo molti spunti per pensare e parlare di sesso. Per un bel po’ sarà la mia fonte principale di chiacchierate, soprattutto con signore e signorine, visto che Future Sex è un libro connotato fortemente da un punto di vista femminile e femminista; gli uomini ci sono nella narrazione, ma sono l’altro sesso e mai la Witt cerca di prendere il loro punto di vista o anche solo un punto di vista artificiosamente neutro. Ho apprezzato questa scelta di metodo. La voce narrante è l’autrice, parla da un punto di vista personale descrivendo osservazioni ed esperienze autobiografiche tra i tornanti delle esperienze non monogamiche della San Francisco dei giorni nostri. Quello che ne esce è una storia della società della West Coast, tra imprenditoria digitale tecnoliberista, il ruolo sociale degli stupefacenti per affrontare incompletezze esistenziali, una cultura improntata al pragmatismo battista e all’iperindividualità, la sensazione di camminare sull’orlo di una voragine e il sesso tutto attorno, come packaging multiforme di una ricerca terrorizzante di contatto umano.

Come ha commentato un anonimo che mi è capitato di leggere, il sesso descritto dalla Witt è  anticonformista e libero, ma poche descrizioni del sesso sono malinconiche come la sua. Non posso essere più d’accordo. Il sesso di Future Sex riempie di malinconia. Credo che questo sia dovuto a un’apparente condanna a subire imposizioni. Da un lato la Witt rompe le catene degli obblighi monogamici con il solito corollario di paternalismo, convenzioni borghesi, bigottismo religioso e falsità su amore, fedeltà, famiglia ed eternità. Dall’altro lato però, la libertà viene immediatamente soggiogata all’autoanalisi delle proprie nevrosi, al pragmatismo dell’autodefinizione di una condizione marginale, alle tecnicalità di gesti sessuali codificati in regole settarie e a una incompletezza che richiede continuamente l’aggiunta di stimoli esterni, chimici, sensoriali, allucinatori, scenici.

Con tutto il parlare di libertà e autodeterminazione, in Future Sex non compare mai una semplice, sincera, spontanea e piacevole scopata senza additivi di sorta o impalcature teoriche. Il sesso di Emily Witt diventa libero dagli obblighi monogamici ma tremendamente complicato e complessato.

La Witt attraversa con coraggio, e a volte parecchia perplessità, una variopinta gamma di situazioni che hanno a che fare col sesso non monogamico. Incontri online, porno online e spettacolini di studentesse via webcam sono quelle più tradizionali. Poi vira verso la nuova new age della West Coast con sedute di meditazione orgasmica – nome difficile per una pratica piuttosto scarna, almeno tecnicamente, mi verrebbe da dire –  praticate da freakkettone di mezza età, fino agli adepti del poliamorismo che sembrano passare più tempo in concettualizzazioni megalomaniache della propria propensione a scopare con vari partner per poi discuterne fino allo sfinimento che non a scopare sul serio. La Witt, furbescamente, mette in fila queste tappe per attraversarle con grado crescente di coinvolgimento. Inizia come pura reporter di fatti della società ma via via lascia entrare la necessità di parlare di sé e da osservatrice diventa sempre più protagonista, fino al capitolo sul Burning Man quando descrive l’atmosfera da festival per ricchi che pagano per concedersi due giorni di sesso e droga e poi ritornare alle loro vite iperefficienti e codificate. In quell’occasione la Witt descrive i suoi incontri sesso&droga, raggiungendo l’apice di malinconia causata dall’assenza assoluta di erotismo.

È stata onesta la Witt quando, nella frase riportata prima, ha dichiarato di aver voluto esplorare le sue opzioni. L’ha fatto, per questo Future Sex è un libro che si inquadra difficilmente, molto autobiografico senza volerlo però rendere esplicito fino in fondo. Questa sua ambiguità è un limite ma è anche un pregio, perché libera il libro sia dalla forma giornalistica, sia da quella autobiografica, lasciando così al pensare e parlare di sesso l’indeterminatezza necessaria all’atto creativo. Già perché il sesso deve per forza avere un’aura di creatività e di immaginazione, anche quando assume le forme più tradizionali o teatrali, altrimenti non è più sesso, ma diventa tecnica sessuale o ancor peggio, costume&società.

Lasciatemi concludere con un’affermazione discutibile: non c’è persona più incapace di produrre erotismo di chi esclama Ecco i soliti discorsi sul sesso! Il sesso è fonte infinita di discorsi, che non sono solo logorrea o ripetizione, ma sono parte del piacere. D’altra parte, che ne è di un atto sessuale se privato di qualunque parola?

Future Sex non parla di un presunto sesso del futuro, il titolo trae volutamente in inganno. Parla del presente, di molti presenti che convivono, e parla di forme di sesso che non sono quelle tradizionali, così come esistono molte forme sociali oltre quella considerata tradizionale, ognuna plasmata secondo mancanze o idee diverse, ora anche strumenti diversi, parlando di societá digitali. Emily Witt scrive un libro che può essere giudicato in qualunque modo, tirato da molte parti e strumentalizzato per sostenere un po’ tutte le opinioni. Il suo merito è di far pensare e far parlare di sesso in un momento nel quale c’è bisogno di farlo, c’è bisogno di sedersi di fronte e fare domande sul sesso e sul piacere sessuale e sulle mancanze esistenziali e le fragilità emotive e le nevrosi e le paure e su come si possa ritrovare un contatto umano tra persone sempre più sole, sempre più distanti, sempre più estranee. Poi se vi va lo fate pure. Per questo io l’ho apprezzato.

Note:
– l’unica intervista a Emily Witt secondo me leggibile senza roteare gli occhi.
– e poi magari vi viene voglia di vedere o rivedere quel gran film che è Vizio di forma (Inherent Vice) di Paul Thomas Anderson e un grande Joaquin Phoenix, che un po’ c’entra con Future Sex.

4 commenti su “Future Sex – Emily Witt

  1. Francesca "Oedipa Drake"
    13 giugno 2017

    Non avevo dato molta considerazione a questa uscita, di solito il sesso è un argomento che caratterizzato dai soliti stereotipi in mille salse. Invece dalle tue parole forse potrebbe interessarmi, vedere questa inchiesta come un’esperienza dell’autrice, che si è messa in gioco ma ancor più ha sfidato se stessa. Ci farò un pensiero. :)

    • 2000battute
      13 giugno 2017

      merita di essere preso in considerazione, secondo me. L’atteggiamento dell’autrice è ambiguo, così come il titolo e come anche il tipo di situazioni che sceglie di presentare, spesso sembra voglia raccontare un’altra storia, attraverso il sesso. E poi è malinconico, moltissimo malinconico.

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Questa voce è stata pubblicata il 10 giugno 2017 da in Autori, Editori, Minimum Fax, Witt, Emily con tag , , , , .

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