«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
IL LIBRO DEL MARE – o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vostro mare
Morten A. Strøksnes
Traduzione di Francesco Felici
Iperborea 2017
Quando si pensa a Iperborea si pensa al nord scandinavo. In realtà non è sempre così, nel catalogo si trovano (grandi) scrittori olandesi e perfino alcuni scrittori di latitudini desertiche. Il primo pensiero che sovviene e la direzione verso la quale ci si volta rimane però quella del Grande Nord.
In questo senso, Il libro del mare è perfettamente iperboreo, riempie completamente lo spazio che, apprestandosi alla lettura, avete creato per lui, lo spazio delle aspettative e quello delle speranze, dell’abitudine e delle intuizioni. Insomma, a ogni nuovo libro si libera uno spazio per farlo entrare, a volte piccolo, a volte più grande, a volte le dimensioni sono a caso, altre volte si fa spazio con una certa convinzione di quanto ne serva. Prendendo in mano un libro di Iperborea di un autore norvegese, la stima dello spazio si connota immediatamente. La pacatezza scandinava, i panorami nordici, la luce radente, il freddo e la potenza della natura, i grandi silenzi delle terre e degli uomini, i rapporti che devono sfruttare brevi squarci di umanità per diffondersi, un senso generale di pace interiore, anche in animi non pacificati ma pronti a disintegrarsi.
Quando io leggo un libro di Iperborea scritto da un autore scandinavo spero sempre di trovare questa combinazione di elementi che in nessun altro libro di autori di latitudini più meridionali si può trovare.
Quando questa fusione di elementi così particolari si realizza, allora ogni sorpresa è possibile, pur in una cornice di piacevole conferma di una voce già nota. Gli iperborei, quando funzionano, non destabilizzano e non annoiano, ma accompagnano in un canto di sirene, il mormorio di un mare freddo, una conversazione amichevole che riscalda sere buie.
È in questa atmosfera pacificata che accade di scoprirsi in situazioni apparentemente paradossali come appassionarsi per uno che pacatamente parla di mosche e riflette sulla vita oppure un altro che ostinatamente galleggia su un gommone in un fiordo riflettendo sulla vita e sul gigantesco squalo della Groenlandia che sonnecchia sul fondo del mare a centinaia di metri di profondità.
In questa condizione ideale, la condizione iperborea la definirei, si legge con piacevole pacatezza e si trova il tempo di riflettere su se stessi nell’atto di leggere di quello che parla di mosche o di squali ancestrali. Viene da sorridere a vedersi in questa condizione – Sto leggendo uno che racconta che sta seduto su un gommone con un altro che vorrebbe pescare uno squalo gigante che si muove con lentezza esasperante solo perché non l’ha mai visto e non vorrei fare assolutamente nient’altro – questa è una tipica osservazione dello stato di lettura iperborea, l’ironia del paradosso, ma in dosi appaganti.
Il libro del mare è splendidamente iperboreo, taumaturgico e lenitivo come una pomata all’arnica, familiare, rilassante, sorridente e riflessivo, vi accomodate sul gommone, pensate al grande pesce vorace che se ne sta sul fondale e aspettate; nel mentre osservate il freddo, la natura, il mare, le costellazioni, la vita aliena, l’inquinamento della terra, l’amore, la famiglia, i merluzzi, voi stessi, gli altri, il piccolo, il grande, l’immenso, il nulla.
Un galleggiante diventa interessante solo quando si muove. Più si aspetta che lo faccia, più perde la sua attrattiva. Usciamo in mare ogni mattina fino alla sera, e per ogni giorno che passa, diminuiscono le probabilità che succeda qualcosa. A volte tiriamo su l’amo per controllare se c’è ancora l grasso. Non ci sono segni di denti, solo piccoli parassiti che vivono sul fondo del mare. Che allo squalo della Groenlandia non piaccia il salmone d’allevamento?
Nel caldo allucinato, gradito suggerimento di lettura iperborea.
Lettura compatibile con la canicola