2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

La mediocrazia – Alain Deneault

LA MEDIOCRAZIA
Alain Deneault
Traduzione di Roberto Boi
Neri Pozza 2015

Commento di Cornelio Nepote

Rilucenti d’olio solare e di mollezza vacanziera, damigelle di ogni latitudine e longitudine, vi stringo in un caldo abbraccio senza però nemmeno farmi sfiorare dall’idea di sfiorarvi, che già così producete calore e afa coi vostri corpi palpitanti, preferisco la distanza all’assenza di distanza, il silenzio all’assenza di silenzio, le pagine bianche a quelle inchiostrate di fesserie carpiate. Come è il caso di questo La mediocrazia, un libro non tanto inutile, che sarebbe fare un complimento a codesto e uno sgarbo all’illustrissima inutilità, ma un libro afoso, disutilmente afoso, come il deprecabile scioglimento dei ghiacci perenni sulla Marmolada riporta alla luce spazzatura che nessuno voleva dover sgomberare, lo stesso, la pubblicazione di certa saggistica ricorda che anche la saggezza si sta sciogliendo e rimane spazzatura da spalare via.

Il titolo ammicca. Indignati di ogni dove come e quando, i mediocri ci governano, la mediocrità è legge, ogni estremo è bandito, o ancor meglio:

Il termine «mediocrazia» ha perduto il significato di un tempo, quando designava il potere delle classi medie. Oggi essa non indica tanto il dominio dei mediocri quanto lo stato di dominio esercitato attraverso regole anch’esse mediocri, e tuttavia vengono elevate a sistema giusto e coerente, a volte persino a chiave di sopravvivenza, al punto da sottomettere alle sue parole vuote coloro che aspirano a qualcosa di meglio e osano affermare la propria sovranità

Vi ricorda qualcosa? Annuite con le vostre graziose boccolature mielate o ramate o dorate? A tutti noi ricorda qualcosa, anche a me che da questa terrazza sul golfo non mi sposto da mesi, anzi anni, perfino lustri, che ho in orrore la sola idea di immergermi nella folla della mediocrità sgomitante, solo di notte, notte fonda intendo, quando solo cani, topi e gente di malaffare vagano per i vicoli, io scivolo lungo i muri fino alla bisca per riunirmi ai compari di una vita, briganti di un tempo, filosofi hippy con pergamena e bacio accademico, donne roche pettorute e discinte, parole scarne, accenni col mento, muggiti, occhiate, boccino e filotto.

Mediocrati io vi odio! Dice tal Deneault e noi tutti ad annuire. Leviamo in alto i pugni, espettoriamo la voce tonante, slanciamoci in un sol grido MEDIOCRATI VI ODIO!!!

Eggià. Vi piace? O non vi piace? Mo’ fate le neghittose allargando le nari? Gridare, fare i pugni… mon dieu no! Dite di no? Ne siamo sicuri? Niente è sicuro, tutto è inutile.

Codesto Deneault, di nome Alain, pare sia filosofo, canadese, un filosofo canadese, il che già dovrebbe far nascere qualche sospetto. Più per essere filosofo che canadese, ma il fatto di essere canadese non è titolo di merito. La filosofia è in crisi da tempo, non trova uno spazio, non ha più identità, si è fatta storiografia, a volte sociologia, pure antropologia o politologia, perfino salsamenteria mi hanno detto. Ma i filosofi sono cocciuti, vogliono ancora primeggiare, ci provano, spingono, s’ingegnano. Vogliono essere sempre e ancora maestri di morale, guide spirituali, dispensatori di senso.

MEDIOCRATI VI ODIO!!! grida belluino il Deneault Alain e gridando si agita, si scaglia, sputazza sulle prime file, suda e impiastra la camicia, è bestiale, un toro che carica, un cane rabbioso, un guerriero che lotta. Così pare, o almeno vuol far credere, forse ne è davvero convinto, io non giudico sbirrescamente, io esprimo talvolta sentenze alla maniera dell’eroe greco o del capo vichingo, ma i gradi di giudizio sono come le viti senza fine. Contro chi lotta il presunto filosofo? Contro il mezzo, il medio, il mediocre, il dispotismo del mezzo del medio e del mediocre, la religione del mezzo del medio e del mediocre. Ricorda i tempi estremi, tempi di libertà, di lotte e di grandi pensieri. Tempi finiti, scomparsi, resi ridicoli. E si scaglia, belluino. Così vuol far credere.

Ma torniamo all’inutilità e ai suoi pregi. Essere consapevolmente inutili, questo è un gesto rivoluzionario. Teorizzare e praticare l’inutilità è la rottura culturale del millennio. Niente neo-illuminismo, abbasso lo scientismo e morte alle superstizioni, idee folli di gente fanatica, la luce del futuro sarà l’inutilitarismo, dopo la società fluida e il pensiero debole, la speranza per l’uomo occidentale può solo essere la società inutile e il pensiero inutile. Voi ridete, sghignazzate, mi prendete per pazzo… io rido sghignazzo e prendo voi per pazze che ancora inseguite l’utilità per ottenere disutilità, carbone al posto dell’oro, calci invece di carezze, parole senza parlare.

Nel mio mondo dell’inutilità una scoreggetta come questo La mediocrazia non sarebbe mai apparso perché l’inutile è un’aspirazione da perseguire e un cammino morale tra le turbe della falsità che insidiano l’umano, per questo nessuno avrebbe mai nemmeno per un attimo dato credito alle grida belluine del fanatico falsone, il guerriero da scrivania che recita una scenetta già vista e rivista. No, mie dolcezze che ad assaggiarvi la bocca si colma di un’aroma indimenticabile, l’inutilità è nemica mortale delle quattro fregnacce del filosofo canadese che prima se la prende con gli accademici grandi dispensatori di mediocrità (oh ma certamente!), poi con gli economisti e i finanzieri, laidoni bottegai che trafficano in mediocrità (ah ma chi ne dubita!), poi barcolla incespicando riguardo la moneta (che orrore! che schifo!), farneticando confusamente e convulsamente, mezze frasi, monconi di concetti filosofici, citazioni di sconosciuti. Poi, mie succose albicocche, mi sono annoiato ed era tempo di recarmi alla bisca per dare un morso alla vita, quindi non so che altre fanfaronate ha infilato il filosofo.

La principale competenza di un mediocre? Riconoscere un altro mediocre. Insieme organizzeranno scambi di favori per rendere potente un clan destinato a crescere, perché i mediocri fanno presto ad attirare i loro simili.

Che miseria, che banalità, che incomprensibile assenza di gioia nella nobile attività di accanirsi inutilmente sui mali del mondo, il turpiloquio ha da essere artistico, l’invettiva pretende creatività, se un pamphlet si vuole scrivere, ha da essere incendiario. La retorica, l’eloquenza, la pervicacia nello sfondare il muro dell’apatia borghese, dove sono finite? Tutto scomparso, nemmeno la nobile arte di sobillare i furori popolari si è salvata, solo banalità da mediocri, filosofeggiamenti da mediocri, invettive mediocri, un saggetto per mediocri, questo La mediocrità è esso stesso un inno alla mediocrità e alla mediocrazia dell’editoria.

L’inutilità è l’unica rivoluzione possibile.

Sommariamente vostro,
Cornelio Nepote

Un commento su “La mediocrazia – Alain Deneault

  1. Enza
    12 agosto 2017

    Non mi giunge nuovo. Dove l’ho sentito ? Citato da una signora che scriveva e suppongo scriva ancora per una paginetta di informazione online.
    L’inutilità è l’unica rivoluzione possibile. Al netto degli inutili che sentono la responsabilità del mondo. Dio ci liberi dalla loro generosa follia.

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Questa voce è stata pubblicata il 12 agosto 2017 da in Autori, Deneault, Alain, Editori, Neri Pozza con tag , , , .

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