«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
SANIN
Michail Petrovič Arcybàšev
Traduzione di Ira Torresi
UTET 2009
Uno degli ultimi libri rimasti tra quelli che comprai della strepitosa collana UTET Letterature scomparsa qualche anno fa, Sanin è opera di pura stirpe russa, scritto agli inizi del Novecento ma con ancora il profumo e ritmi dei grandi ottocenteschi.
Sanin e Ivanov uscirono in strada e rimasero in silenzio abbastanza a lungo.
«Cosa ti metti a spaventare la gente! – disse Ivanov.
– Sei una persona cattiva!»
«Se anche a te per tutta la vita ti si fossero infilati ostinatamente sotto i piedi questi giovani amanti della libertà, – rispose serio Sanin, – li avresti spaventati anche tu, e anche di più! E poi, che se ne vadano a quel paese!»
Personaggio memorabile questo Sanin, controverso in maniera perfino grottesca, è disgustoso nel suo cinismo gelido, ma è allo stesso tempo il più lucido, moderno e in fondo saggio tra tutti. Non potete del tutto amarlo e non potete del tutto detestarlo; è magnetico, leggendo si aspetta sempre la sua ricomparsa, è amorale, a differenza di molti altri personaggi che interpretano i tipici caratteri russi dell’onore, dell’anima tormentata e dell’angoscia esistenziale; è distaccato quasi meccanico, ancora a differenza della tipica visceralità russa. Sanin è, per molti versi, un ritratto della modernità, di quell’onda che forse Arcybàšev vedeva arrivare nei primi anni del Novecento, mentre gli ultimi fiati del secolo precedente si andavano spegnendo. Anche in questo Sanin è un grande libro, perché raccoglie una eredità, alcuni accostano il personaggio di Sanin al principe Stavrogin de I demoni, ma non si rende semplice epigone, invece la smonta quella eredità, dall’interno, la corrompe come una muffa aggressiva che attacchi un corpo ancora sano. Sanin, il personaggio, è l’agente aggressivo che attacca, corrompe e in definitiva porta a deperimento irreversibile la visione poetica della letteratura russa ottocentesca. Con la sua modernità distruttiva, Sanin non soltanto attraversa la storia del romanzo come un demone lasciando una scia di vergogna, lutti e umiliazioni, ma da saggio e preveggente indica l’alba, un nuovo sole, freddo, livido, razionale, meccanico, esatto, furente.
Un brano, terribile e grandioso, per salutare il grande Sanin:
Poi, mentre camminava per l’argine, vacillando e inciampando nell’orlo della gonna, Sanin rimase a guardarla malinconico, e gli faceva male pensare alle sofferenze inutili che avrebbe provato e sopra alle quali, ne era certo, non sarebbe stata capace di innalzarsi.
La figura della ragazza si dissolse e perse nella nebbia che già andava incontro all’alba. E quando non fu più in vista, Sanin balzò con forza nella barca, e l’acqua riprese a sciabordare sotto i colpi trionfanti dei remi. Arrivato al largo, in mezzo ai banchi ondeggianti della nebbia, sotto il cielo mattutino, Sanin gettò i remi, si alzò di scatto in piedi, e gridò con tutte le sue forze, un grido lungo di gioia che si smorzò solo quando non ebbe più fiato.
L’ho finito ieri, davvero un bel libro, era da tanto che non leggevo un russo vecchiotto e devo dire che l’ho trovato modernissimo, penso che al suo tempo sia stato devastante. Mi è piaciuta molto la commistione fra eredità dei grandi ottocenteschi e spinta del nuovo secolo. Inoltre, fatta la tara degli inevitabili eccessi drammatici, è un libro molto scorrevole e godibile, almeno tale mi è parso. Quindi, grazie e non rimbrotti.
L’ho acquistato ieri al Libraccio, colpa tua, sappilo. Dopo che l’avrò letto saprò se ringraziarti o rimbrottarti.
accetto entrambi con levità
Libro ridondante di similitudini, ossimori,frasi melense.Pieno di malinconia, tenerezza, commozione, passione, vergogna. Davvero trovo lo stile poco scorrevole e ho difficoltà a leggere. No, decisamente non condivido il vostro giudizio.
Sanin ha sempre diviso l’opinione.
sarà la mia prossima lettura, grazie.
Vero. Un personaggio unico: che attrae e respinge, libero ma detestabile, seducente e pericoloso. Vedo Sanin come una specie di vaso di Pandora, nel quale sono compresse tante forze, anche di senso contrario, e che lo stesso Arcybàšev non comprende perfettamente, probabilmente destinate ad esplodere negli anni successivi. Libro importante.
Molto d’accordo. Libro da far conoscere.