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«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Kill all normies – Angela Nagle

KILL ALL NORMIES – Online culture wars from 4chan and Tumblr to Trump and the alt-right
Angela Nagle
Zero Books 2017

Che il mondo digitale sia terreno fertile per gli estremismi è cosa ormai nota a molti; che queste frange fanatiche si stiano riversando dentro le dinamiche sociali e politiche non dovrebbe essere sfuggito a nessuno, per lo meno dopo l’elezione di Trump e l’affacciarsi di populismi, fascismi, e fanatismi di varia natura nei discorsi quotidiani.
Certo rimane ancora da capire in che misura questi fermenti agli estremi dello spettro politico e sociale stiano realmente influenzando dinamiche della società o siano sintomi chiassosi di movimenti più profondi della società globalizzata. Qualcuno sta già tentando un’analisi, servirà ancora tempo e spazio prima di avere una visione d’insieme, ma lo sforzo per mettere insieme i pezzi di un puzzle è cominciato. Gli USA in questo senso sono il vaso di Pandora dell’Occidente, un verminaio di rancori e forze centrifughe verso posizioni sempre più estreme. La Cina è un mondo che appare sempre più distopico e avulso, la Russia un caos, l’Europa una Babele di voci incongruenti.

Angela Nagle si propone di indagare gli estremi, le spinte centrifughe, verso destra e verso sinistra, che determinano uno scenario cupo e assurdo, intestinale, fetido, violento e intollerante.
Kill all normies si compone di sette capitoli, sette gironi infernali del mondo digitale che tracima nella società. O forse viceversa, questo non è chiaro, forse sono i miasmi della società che nel mondo digitale permettono di la crescita veloce di escrescenze fetenti. Sospendiamo il giudizio, non è indispensabile puntare il dito verso un responsabile, ora ancora c’è molto da capire e osservare. È quello che fa Angela Nagle, con piglio critico e una certa durezza nei modi e nel tono di voce, non disprezzabile però, dovendo trattare materiale umano disgustoso.

Sono diversi gli aspetti interessanti che mette in luce. Il populismo congenito delle presunte contro-rivoluzioni digitali dei primi anni 2010 hanno ridefinito i contorni della destra americana generando una terza forza oltre ai tradizionali conservatori repubblicani e i neocons emersi nei primi anni 2000: gli alt-right di ispirazione neofascista, suprematista e fondamentalista che sono stati un propellente per l’elezione di Trump e hanno conquistando la scena di questo ultimo anno.
La fusione di questo estremismo di destra con comunità digitali tradizionalmente concentrate nell’anonimato di 4chan/8chan viene analizzato con freddo distacco da Angela Nagle, evitando i sentimentalismi e i compromessi ideologici di una Gabriella Coleman, inspiegabilmente celebrata, vista la pochezza del suo lavoro.

Un’altra osservazione rilevante ha a che fare con l’appropriazione dell’atteggiamento trasgressivo, tradizionalmente appannaggio della sinistra, da parte della destra. Nascono da una cultura di estrema destra alcune delle trasgressioni più evidenti nel mondo digitale e ciò rappresenta un’inversione di ruoli che ad alcuni farà volgere lo sguardo agli anni Venti e Trenta del Novecento. Nagle cerca le riferimenti culturali nel Sessantotto e da lì fa partire l’analisi del rivolgimento culturale che porta ai giorni nostri.

Anche i fanatismi a sinistra hanno il loro brodo di cultura digitale, pur se meno evidente di quanto accade a destra: Tumblr ha raccolto contro-culture che si sono consolidate in frange di critica estrema nei confronti degli uomini, dei bianchi, degli eterosessuali, della tradizionale sinistra e del femminismo storico. Le posizioni sono cresciute verso una radicalità sempre più estrema e per molti versi grottesca, come l’esaltazione della disabilità fisica, la definizione di una lista di presunti generi sessuali che definire parto di menti squilibrate non sembra eccessivo o il boicottaggio violento contro intellettuali storiche del femminismo.

Kill all normies è un saggio interessante per le testimonianze che elenca e per lo sguardo duro e freddo dell’autrice, finalmente senza compromessi emotivi o agende ideologiche malamente mascherate come visto troppo spesso in lavori di altri autori impegnati a interpretare la modernità.
Come detto, un limite dell’analisi è l’incapacità di riuscire a determinare i pesi effettivi delle frange culturali che Nagle indaga nell’evoluzione della società. Il dubbio è che siano sopravvalutati perché chiassosi o particolarmente grotteschi.

Si rimane con il dubbio, ma si portano a casa finestre sulla modernità che, soprattutto in Europa e in Italia, sono quasi del tutto ignorate anche dai presunti analisti della modernità digitale e lontane anni-luce dalle possibilità interpretative dei media tradizionali.
Posso scommettere che non ci sarà un’edizione italiana, chi è interessato temo abbia solo questa opzione.

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Questa voce è stata pubblicata il 25 novembre 2017 da in Autori, Editori, Nagle, Angela, Zero Books con tag , , .

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