2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

1947 – Elisabeth Åsbrink

1947
Elisabeth Åsbrink
Traduzione di Alessandro Borini
Iperborea 2018

Non è romanzo ma neppure saggio storico, non è autobiografia ma la vita dell’autrice entra a grandi passi. È un libro sorprendente e originale questo 1947.

Il 1947 è stato un anno intenso, durante il quale molti squarci provocati dalla guerra hanno cominciato a richiudersi, in modi e con conseguenze quasi sempre imprevedibili. È stato in quell’anno, appena la polvere delle distruzioni ha iniziato a depositarsi, che grandi e piccole forze sociali e politiche hanno ripreso a spingere in tutte le direzioni. È stato un anno frenetico e caotico, il 1947.

Elisabeth Åsbrink riscrive il 1947 in un testo anch’esso frenetico per la scansione serrata dei brevi resoconti che si susseguono, ma anche misurato nelle forme e negli equilibri, con la tensione crescente, per il futuro immanente che si va determinando, stemperata nei sospiri d’amore, alquanto borghesi, di Simone de Beauvoir.

Non è cosa facile mescolare generi letterari e reinterpretare il racconto di vicende già narrate innumerevoli volte. L’inizio dello scontro tra blocco occidentale e orientale e le diverse strategie di USA e URSS per il controllo sui paesi europei; la genesi dello stato d’Israele con le vicende, oggi raramente ricordate, dei viaggi dei profughi ebrei nel Mediterraneo, violentemente osteggiati dalla Gran Bretagna, e la contemporanea violenza terroristica della prima occupazione delle terre palestinesi. In quell’anno nascono i Fratelli Musulmani e il problema medio-orientale. Sono anche gli anni dei processi di Norimberga e della faticosa accettazione, da parte dell’ONU, del reato di genocidio. Primo Levi, George Orwell e Christian Dior trovano spazio sul palcoscenico di 1947, anch’essi fotografati in un istante di tempo, durante quell’anno concitato.

Secondo il ministro degli Esteri britannico Ernest Bevin, è un fatto incontrovertibile che i sionisti operino come trafficanti di profughi per condizionare il delicato stato delle cose in Palestina. La situazione è seria. Tutti i tentativi ebraici di raggiungere il paese illegalmente vanno ostacolati. Perciò scrive una lettera personale ai ministri degli Esteri di vari paesi europei e chiede aiuto.

1947 di Elisabeth Åsbrink precipita in una sequenza di eventi concatenati a formare una storia coerente e imprevedibile. Il caso gioca perverso, le circostanze talvolta si allineano in forme incomparabili, le scelte e gli interessi fermentano per lungo tempo prima di mostrarsi, gli uomini sono raramente prescienti, spesso è la storia riportata ai posteri a renderli tali. La separazione dell’India coloniale in tre stati è esemplare da questo punto di vista.

Nella grande rappresentazione del mondo del 1947, Elisabeth Åsbrink apre finestre di intimità autobiografiche, mescolando ancor più i generi e le prospettive. La prospettiva individuale, quella delle storie famigliari tramandate, si concede una finestra in mezzo al vortice della Storia e delle storie scritte sui documenti, nelle interviste ai superstiti e ai protagonisti.

Bello. Molto bello. Appassionante e intelligente. Bravissima Elisabeth Åsbrink.

E poi capitano anche queste coincidenze che non possono non far sorridere, sgranare gli occhi e pensare Mi stai prendendo in giro, vero?

Un tempo visse una donna di nome Alice Hoffman. La madre di mia nonna.
C’è una fotografia degli anni Dieci in cui indossa un abito bianco a collo alto. Una giovane donna, di profilo, a figura intera. Ha i capelli come i miei. Il suo viso ricorda il mio, quello di quando avevo vent’anni. È nata il 29 aprile, come me.

Mentre leggevo queste righe in viaggio, sul balcone di casa è sbocciato un fiore.
La varietà di quella fuchsia si chiama Alice Hoffman.

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Questa voce è stata pubblicata il 9 giugno 2018 da in Autori, Åsbrink Elisabeth, Editori, Iperborea con tag , , , .

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