«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
SS-GB – I NAZISTI OCCUPANO LONDRA
Len Deighton
Traduzione di Simona Fefè
Sellerio 2018
Bella spy story su un canovaccio classico: cosa sarebbe successo se i nazisti avessero vinto.
A differenza del celebre e celebrato La svastica sul sole di Philip K. Dick, per quel che mi riguarda uno dei libri più deludenti che abbia mai letto, questo SS-GB non scade in banalizzazioni da storyteller per grandi magazzini, ma costruisce un mondo ipotetico per molti versi credibile considerata anche l’infinita capacità di adattamento di cui l’uomo dispone.
La Londra nazista non è la caricatura fumettistica di una Sin City perennemente avvolta dalle tenebre nella quale gli eroi prima soffriranno poi trionferanno, ma è la Londra che tutti conosciamo dove però, per necessità dovute alle circostanze, molti compromessi devono essere accettati.
Il protagonista è un inglese e fa il detective in una Scotland Yard nella quale i nazisti occupano i posti di comando e cercano di riorganizzare la struttura con spirito tedesco, ma dove devono convivere e per questioni professionali collaborare con i precedenti investigatori e personale. Questa esigenza di trovare forme di collaborazioni tra vincitori e vinti, occupanti e occupati, una tregua tra nemici in nome dell’esigenza superiore di garantire la continuazione della società civile è il tratto migliore del libro di Deighton.
Essendo una spy story non rivelerò nulla della trama, se non che la vicenda si svolge su un crinale sottile di opposizione al nazismo che non può essere resa evidente pena l’impossibilità di svolgere il lavoro di investigazione, ma senza per altro cadere nel collaborazionismo. Il protagonista avanza mantenendo un equilibrio instabile e la storia fa passare alcune ore piacevolmente.
Trovo ottimo il messaggio sull’equilibrio tra occupanti e occupati per consentire la continuazione della società civile. Boccaccio, dalla sua disgregazione a causa della peste, costruì la cornice del Decameron.
Di questi tempi, non è poco.
Mi permetto di segnalare l’intervento di Massimiliano Valerii sui ” miti del nostro tempo” al Festival della mente 2018. Si parla di paure.
Una buona giornata.