«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa
THE RED TENDA OF BOLOGNA
John Berger
Penguin 2018
È un librino minuscolo che costa appena 3 euro e 50. C’è anche un’edizione italiana, che è meno piccola perché le sono stati aggiunti dei disegni e costa 15 euro.
Non sapevo esistesse uno scritto di John Berger su Bologna e l’ho scoperto proprio mentre ero a Bologna per la prima volta dopo questi mesi di attesa e mi trovavo sotto i portici di uno di quei vecchi palazzi con le tende rosse bolognesi. In quell’attimo ideale, ecco che compare John Berger. Quando si dice l’epifania.
Io amo John Berger per ragioni incomprensibili, per affinità estetica credo, non letteraria, e forse perché penso che se potessi scegliere probabilmente vorrei ritirarmi in un luogo remoto e frugale dove il senso estetico se ne possa stare in pace, come fece John Berger, e anche avere una moto potente come era la sua.
I should begin with how I loved him, in what manner, to what degree, with what kind of incomprehension.
Si riferisce allo zio Edgar, colui che trasmise a John la fascinazione per l’estetica della città di Bologna.
Il librino è il racconto di una passeggiata per il centro di Bologna, e capite che mi venga facile identificarmi perché le immagini che descrive le ho impresse in migliaia di forme. Eppure, è il modo inconfondibile di guardare di John Berger quello che si srotola in brevi osservazioni, semplice, naturale, mai formale, sempre tiepido, umido, guizzante come di cosa viva e intima.
Yet under the arcades the echoes of those facts sound different. And in the evening Pleasure and Desolation take their evening stroll along the arcades and walk hand in hand.
Proseguo sotto i portici, mano nella mano con Piacere e Desolazione, nella luce filtrante della sera, polverosa e satura delle voci del giorno.
I portici di Bologna per un bolognese sono come i canali per un veneziano, i monti per un montanaro o il mare per chi è nato sulla costa. Fanno parte dell’anima, della coscienza, dell’estetica e della concezione della vita, qualunque esse siano, qualunque forma o tonalità di grigio abbiano preso, immancabilmente saranno state plasmate dai portici.
All the windows I pass have awnings and all of them are of the same colour. Red. Many are faded, a few are new, but they are old and young versions of the same colour. Each fits its windows exactly on the inside, and its angle is adjustable according to the amount of light desired indoors. They are called tende. The red is not a clay red, it’s not terracotta, it’a a dye red. On the other side of it are bodies and their secrets, which on the other side are not secrets.
Ed ecco le tende rosse bolognesi, nuove o antiche, scolorite, strappate e perfino a brandelli, tende di lino tinto pesante, un tessuto ruvido da lavoro buono per le intemperie e per il solleone, tende per scuole e uffici pubblici, ma anche tende per palazzi nobiliari e chiese e biblioteche millenarie, tutte di quello stesso colore unico, rosso vermiglio o forse cremisi è la gradazione, non lo so, di certo so, e anche Berger lo sapeva, che fanno parte di un’estetica che ha definito una città e le generazioni che si sono succedute.
Con John Berger è sempre così, basta lasciarsi trasportare dal suo sguardo, vedere quello che lui vede, guardare come lui guarda, osservare le tende alle finestre, la fuga dei portici, il suono di una città, e ripescare immagini che si sono conservate.