2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Le poltrone appassite – Felipe Polleri

LE POLTRONE APPASSITE
Felipe Polleri
Traduzione di Loris Tassi
Arcoiris 2020

Torna dopo lunga assenza Felipe Polleri, troppo lunga assenza, come accade per altri, pochi, scrittori di genio letterario fulminante che appaiono e scompaiono, lucciole malvagie, ectoplasmi da camera delle meraviglie, un giorno irrompono ribaltando mobili e vasellame resi opachi dalla noia, poi si dileguano, nessuno ne sa niente, pochi ricordano, ancora meno aspettano, pazienti, lungodegenti, il ritorno, forse, mai promesso, del genio fulminante che faccia ancora la grande entrée spaccando di nuovo qualche vetrinetta con i servizi da caffè, saltando sui divani con gli scarponi insozzati, calandosi le braghe e dimenando le natiche. È l’attesa per l’attesa, un’attesa sfocata, una strada sempre uguale a se stessa, un nulla dejà vu, finché uno di loro riappare, eccolo, chissà perché è giunto proprio adesso? Non c’è brama, nessuno si affanni, ora che l’attesa è soddisfatta si può pure scegliere di non leggerlo, è un dettaglio, leggere o non leggere, anzi a volte può essere più appagante non leggere, dopo tanto attendere fine a se stesso, in fondo, l’attesa è l’unica cosa che conta, l’unico fatto degno di nota, l’unico traino al quale non si resiste. Tutto il resto come lo si potrebbe definire? Superfluo? Una faccenda privata? Conformismo? Narcisismo? La consequenzialità non è essa stessa una dichiarazione di supponenza e di egoismo? Si scrive per essere letti. O per l’idea di poter essere letti, che è la stessa cosa. Non basta questo per far partire l’incendio del ego? E non può essere ugualmente tossico leggere dopo aver tanto atteso il momento della lettura? È tutto smontabile, come un prefabbricato, tranne l’attesa.

Felipe Polleri è tornato dopo lo show di Germania, Germania!
Le poltrone appassite è il titolo del nuovo show.
Loris Tassi come sempre maestro di traduzione.
Arcoiris come sempre non distribuiti, ma gli si vuole bene anche per questo.

Breve, smozzicato, confusionario, le parole di un personaggio pazzo, visioni depravate, voci che si accavallano, si montano come cani, schizzi gettati in terra, schizzi sui muri, caricature, disegnetti di bambini o disegnetti di dementi, Polleri entra in salotto come un asino che scalcia, manda tutto all’aria, la poltrona è sfondata, i bambini gli mettono le puntine, la casa è una topaia, ricchi fattoni, donne con grandi tette e culi infiniti ingaggiate per giochi crudeli, tutto è vero niente è vero, tutto è falso niente è falso, ma crudeli per chi? Crudeli per te? Crudeli per Polleri? Crudeli per me? Per il Papa? Per il Presidente? Tutto è vero tutto è falso… se nemmeno sai chi sta parlando, il demente o il signore?… pretendi di sapere se è tutto vero o tutto falso? Come l’attesa, sostieni che sia vera eppure può essere ugualmente falsa, può essere sia vera che falsa, potresti avere atteso per tutto questo tempo e anche non avere atteso per nulla e solo adesso uscirtene con questa storiella dell’attesa. Ho atteso tanto di quel tempo che nemmeno mi rendo conto del tempo trascorso. Ho atteso una vita ho vissuto senza attendere. C’è un condominio, un portiere demente, i signori inquilini, i concorsi con le ragazze tetteculo, la pazza dell’807 che si lancia dal balcone, il medico morente (ma chi è questo medico?), l’Esperienza, l’Ordinatore, Rosa, la poltrona e l’ascensore.

Niente ha senso tutto ha senso.

Felipe Polleri, segnati il nome sull’agendina – Felipe Polleri – scrivi soltanto così, per essere certa che tra un mese o due mesi o tre mesi o sei mesi quando per caso l’agendina ti si aprirà su quella pagina tu leggerai “- Felipe Polleri -“ e ti domanderai chi è Felipe Polleri, rimarrai a pensare, osserverai quei due trattini chiedendoti se avessero avuto un significato il giorno che li hai tracciati, mentalmente ti ripeterai il nome e niente, assolutamente niente ti tornerà in mente. Il nulla dejà vu. Chiuderai l’agendina promettendoti di cercare in rete Felipe Polleri per scoprire chi fosse. Ovviamente non manterrai la promessa con te stessa.

Spesso mi capita di voler essere un Felipe Polleri, che è e che non è, che si attende e che non si attende, che si legge e che non si legge.

Adesso le banconote sono più grandi di quelle di prima, e i grandi uomini che vi compaiono sembrano presi da una galleria di assassini seriali dell’inizio del ventesimo secolo.
Sono chini in avanti, come se ai loro piedi ci fossero una prostituta o un bambino che è stato appena assassinato o lo sarà tra poco.

W Felipe Polleri! Più Polleri per tutti! Il Premio Strega a Pipo Polleri! Concorrente unico e premiazione nel condominio delle poltrone appassite, culitette in abbondanza, dementi quanto basta, medici e scrittori sadici, pazze volanti e Ordinatori, è la realtà non è la realtà tutto è finzione niente è finzione se è impossibile allora è possibile.

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Questa voce è stata pubblicata il 29 gennaio 2021 da in Arcoiris, Autori, Editori, Polleri, Felipe con tag , , , .

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