2000battute

«Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d’illusioni.» –Tomasi di Lampedusa

Endurance – Alfred Lansing

ENDURANCE – L’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud
Alfred Lansing
Traduttore non specificato
TEA 2003

Dimentica le serie televisive, i film hollywoodiani, i presunti eroismi moderni di sportivi o altra gente di una qualche notorietà, dimentica anche i cosiddetti sport estremi, che non sono molto più di campagne pubblicitarie, poi dimentica le regate oceaniche e i catamarani ipertecnologici, le comitive himalaiane e le parigidakkar, altra vetrina pubblicitaria, questa volta per i costruttori di automobili, siano eternamente maledetti.
Dimentica la montagna di falsità che il grasso mondo borghese e tecnologico ha inventato per darsi un contegno e fingere di conservare un simulacro di epica della vita dell’uomo.
Dimentica qualunque cosa del tuo mondo, ricopri tutto con una mano di calce, sbianca il tuo panorama, circondati di un biancore immacolato.
Non fare mai paragoni tra te e quanto andrai leggendo.

Puoi iniziare la lettura di Endurance.

E una storia celeberrima raccontata più volte. Quella scritta da Alfred Lansing è probabilmente la versione più celebre e ridefinisce il concetto di epica e di eroismo. Mai più, dopo aver letto Endurance, potrai pensare a una vicenda epica e a vite eroiche senza che la tua memoria torni a queste pagine, alla incredibile vicenda che si narra, a quell’equipaggio e al loro capitano Edward Shackleton, figura la sua che raggiunge lo status di mito di cui cantare le gesta, al pari degli eroi dell’epoca classica, dei grandi condottieri. In Italia forse il solo Garibaldi poteva un tempo avvicinarsi.

Eppure il mito di Edward Shackleton nasce senza aver sconfitto eserciti, conquistato terre, vinto guerre, ma nasce da un fallimento. La spedizione al Polo Sud di Shackleton è un fallimento, non riescono nemmeno a iniziare quanto si erano proposti di fare, ovvero l’attraversamento con slitte dell’Antartide passando dal Polo Sud, perchè l’Endurance, la nave su cui viaggiano, non attraccherà mai, finendo stritolata dai ghiacci della banchisa nel novembre del 1915.   

Quindi, a tutti gli effetti si potrebbe dire che Edward Shackleton, così come prima di lui il Capitano Scott, ha fallito, è uno sconfitto, non ha fatto trionfare l’Inghilterra, come era invece il proposito della spedizione.

Eppure è dalla sconfitta che nasce il suo mito, perché se c’è un’epica delle grandi vittorie, la retorica del condottiero vincente, c’è un’epica ancora più potente delle grandi imprese di chi si risolleva dopo una tremenda sconfitta. Se la prima è la glorificazione dell’eroe che assume le sembianze del semidio, del Prescelto, dell’Eletto, la seconda è il trionfo dell’Uomo la cui vita attraversa grandi rovesci di sfortuna, sconfitte, errori, ma sempre ha la possibilità di rialzarsi, risalire la china dalla quale era precipitato e mostrare l’orgoglio indomito che nemmeno il fato, gli dei avversi, le debolezze che ci affliggono possono cancellare.
Edward Shackleton è omerico, con la differenza che Ulisse è mito letterario, Shackleton è reale. Per questo la figura di Edward Shackleton raccontata in Endurance diventa talmente epica che nessun prodotto di fantasia può avvicinarvicisi.

Il libro è appassionante oltre ogni dire e lo è per tutti.

Che tu sia un ardito navigatore, rocciatrice o paracadutista, ma anche esploratrice di parchi pubblici, scopritore di trattorie pedemontane, anacoreta da divano, pellegrina cicloturista, grigio accademico, gender fluid o spettacolare femmina di curvilineo profilo, Endurance ti rapirà conducendoti in una storia fantastica e tremenda, reale e irreale, tra uomini che non hanno niente in comune con te e con quelli che frequenti, con vite che sono state realmente vissute ma di cui tu non riesci a immaginare come non siano morti venti volte, finiti disarticolati cento volte, caduti gravemente malati mille volte.

C’è una grandezza antica, un senso ancestrale di sé che affonda le radici nell’infinito del tempo passato, storia dopo storia, epica dopo epica, eroe dopo eroe, la caduta e la rinascita è stata cantata, la lotta dell’uomo contro la natura, il fato e gli dei è la scintilla di innumerevoli miti fondativi. Abbiamo perso tutto, sostituito la nevrosi all’epica, il thread alla storia, l’informazione al mito. La vicenda dell’Endurance è mito e storia e restituisce un piacere della lettura che il tempo, l’epoca e il mondo stanno corrodendo.

«Ma chi diavolo siete?»
L’uomo al centro fece un passo avanti.
«Il mio nome è Shackleton», rispose con voce sommessa.
Di nuovo ci fu un grande silenzio; qualcuno disse che in quel momento Sørlle si voltò e pianse.

Sipario. Ovazione del pubblico in piedi ad applaudire.

Ringrazio M. che me l’ha regalato, senza il suo ottimismo – necessario a sfidare il mio malcontento, tipo le perenni tempeste che flagellano lo Stretto di Drake – non l’avrei letto e mi sarei privato di un grande piacere.

(il pezzo di Battiato è stato suggerito da N.)

Note:
https://en.wikipedia.org/wiki/Endurance_(1912_ship)

https://en.wikipedia.org/wiki/Voyage_of_the_James_Caird

6 commenti su “Endurance – Alfred Lansing

  1. Dalia
    20 marzo 2022

    Quanta bellezza nei commenti di 2000 battute !
    Ho letto Tuena, Ultimo parallelo. Un gran bel libro.

  2. Nicola
    17 marzo 2022

    *Ciliegina. Grazie, bellezza chiama bellezza.

  3. Nicola
    17 marzo 2022

    La ciligiena sulla magnifica torta dei due libri è il mostruoso pezzo di Battiato: Shackleton.

    • 2000battute
      17 marzo 2022

      ma è meraviglioso. inserisco il pezzo di Battiato.

  4. Marina Romanò
    15 marzo 2022

    Shackleton, figura epica, lui e tutto il suo equipaggio. Libro molto bello. Aggiungo link a un filmato spettacolare del fotografo Frank Hurley, girato a bordo dell’Endurance

    Qui invece un articolo dove si racconta del ritrovamento dei resti dell’Endurance avvenuto pochi giorni fa
    https://www.wired.it/article/endurance-ritrovamento-robot-sabertooth/
    Ricordo agli appassionati un altro libro che ho amato moltissimo e che racconta la spedizione di Robert Falcon Scott in Antartide, conclusasi drammaticamente: Ultimo parallelo di Filippo Tuena che tra l’altro è da poco uscito nella nuova versione arricchita da una nota introduttiva del bravo autore.
    Anche Francesca d’Aloja nel suo libro bel Corpi speciali dedica l’ultimo capitolo a Shackleton esordendo così “Per ultimo, parlerò del primo.”

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Questa voce è stata pubblicata il 15 marzo 2022 da in Autori, Editori, Lansing, Alfred, TEA con tag , , , .

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